Monteu Roero: omicidio Piatti, processo d’appello per il gioielliere considerato il mandante

Omicidio dell'orefice: disposta la confisca dei gioielli

TORINO Il giudice Franco Greco presidente della Corte d’Assise d’Appello di Torino ha accolto l’istanza dell’orefice torinese Giancarlo Erbino, condannato, quale mandante dell’omicidio del gioielliere roerino Patrizio Piatti, dal Tribunale di Asti, nel maggio del 2018, a 18 anni di reclusione.

Pena gravata dall’obbligo di versare un risarcimento, quantificato in 350mila euro, ai famigliari dell’ucciso (moglie e figlia). Il magistrato ha emesso la citazione in giudizio e fissato per  l’8 ottobre, la prima udienza del nuovo procedimento giudiziario. Il 18 giugno scorso l’Assise d’Appello torinese aveva confermato nella sostanza, seppure con qualche riduzione, le pene inflitte al quartetto criminale che uccise, nel garage della propria villetta a Monteu Roero Patrizio Piatti, nel giugno 2015 al culmine di una rapina. Sedici anni di reclusione per Francesco Desi e Giuseppe Nerbo (il primo, secondo i Pm colui che sparo’ il secondo il bassista), quattordici anni e sei mesi a Emanuele Sfrecola e dodici per Salvatore Messina. Roberto Ponzio, il legale albese che difende i famigliari della vittima conferma la volontà di procedere alla costituzione a parte civile nel processo che si aprirà a Torino e smonta la tesi difensiva mirante a fare di Erbino un amico del Piatti che avrebbe informato circa un possibile tentativo di rapina. Ipotesi contraddetta dai tabulati telefonici che accrediterebbero invece l’orefice torinese come l’ideatore dell’atto criminale finito nel sangue.

Davide Gallesio

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