Tre persone che seguono il cuore invece della testa

Alcune anime recano nel loro linguaggio le parti scordate dalla società, proteggono i libri impolverati in cui è scritto il segreto del mondo. Lucio ed Elisabeth, col figlio Battista di 7 anni. Sono in tre e promettono che il loro unico scopo è «seguire il cuore invece della testa». Accorciano le distanze tra parole e pratica in un modo semplice, chiaro. Sono una famiglia argentina che da tre anni e mezzo gira l’Europa in bici. Non hanno meta né programma. Vivono ogni giorno come se fosse l’unico a contare. Oggi sono ad Alba, ospiti dell’imprenditore Pietro Decarolis che li ha incontrati durante uno dei suoi viaggi.

Tre persone che seguono il cuore invece della testa

C’è un’innocente e autentica fiducia nella vita dietro il suono del loro discorso. «La nostra economia, il nostro patrimonio oscilla tra il possedere niente e 50 euro, massimo 200 euro». All’inizio dei tour in bicicletta hanno vissuto con i proventi delle vendite di ogni cosa che possedevano. Poi il denaro è finito e, prosegue Lucio, «avevamo paura. Così per due volte siamo partiti, abbiamo viaggiato e siamo tornati. La terza volta non ci siamo lasciati scoraggiare. Mia moglie, che in quel momento conservava una maggiore fiducia nell’esistenza e in sé stessa, cominciò a creare acchiappasogni e oggetti di artigianato. Li vendevamo ma senza stabilire un prezzo fisso. Raccontavamo alle persone la nostra storia e loro ci davano ciò che sentivano giusto. Elisabeth ha poi scritto un libro in cui viene narrato il nostro magico viaggio. Con le presentazioni abbiamo racimolato qualcosa. Non abbiamo mai chiesto nulla. Ci siamo affidati alla vita». Vostro figlio è felice, chiediamo? Lucio risponde: «Domandiamolo a lui». Il bambino risponde che si, è felice. Il padre aggiunge: «È curioso, entusiasta, mostra sicurezza in sé. Ha modo di conoscere culture diverse e giocare con bimbi ricchi, poveri, di qualunque classe sociale. Oggi Battista vorrebbe visitare l’Asia: sarà la nostra prossima meta?».

La prossima settimana incontreremo la famiglia per raccontare più da vicino una storia che in qualche modo rispecchia le parti nascoste e accantonate di ognuno, quel «conosciuto ma non confessato», quella certezza che sovente viene collocata in un angolino buio della pancia eppure continua a suggerirci che la strada da percorrere non è dettata dal razionale, dal controllo o dalla logica, ma da una voce più antica e che trascende ogni individuo, collegando ogni cosa.

Valerio Giuliano

Banner Gazzetta d'Alba