ALBA Un Natale vissuto nel segno della carità e della solidarietà, con l’invito ad andare incontro al Cristo che viene da Betlemme e che si presenta ai nostri giorni in quel presepe vivente che sono i bambini, i giovani, i poveri, i coniugi, gli anziani e i malati, gli emigrati.
Nel messaggio rivolto alla Diocesi, in occasione delle festività natalizie, il Vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti rimanda alla sua lettera pastorale sul tema della carità Va’ e anche tu fa’ così, che ultimamente è stata corredata di un Vademecum per le comunità cristiane perché diventino luoghi di comunione fraterna, di accoglienza e solidarietà (http://www.alba.chiesacattolica.it/blog/2019/12/10/sussidio-caritas/).
Infine richiama il grande valore che ha il presepe e sulla scia della lettera di papa Francesco Admirabile signum, invita i cristiani a realizzarlo ovunque, come segno della presenza tra noi del Gesù “mite e umile di cuore”.
Di seguito il testo integrale del messaggio
MESSAGGIO DI NATALE 2019
«Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15): così dicono i pastori dopo l’annuncio fatto dagli angeli.
L’invito dell’evangelista Luca vuole trasformarsi nell’augurio natalizio che rivolgo a tutta la Diocesi: scoprire “la nostra Betlemme” dove abbiamo conosciuto il Signore. Una sana curiosità ci deve accompagnare nel nostro cammino che ci porterà a incontrare Gesù nella “Betlemme” che non ci aspettiamo. Chiediamoci: chi è questo bambino che i pastori vanno ad adorare nella mangiatoia della grotta di Betlemme?
È il Figlio di Dio è la Carità, cioè l’amore fattosi carne.
Vorrei richiamare la mia lettera pastorale sulla carità e dire che Natale è “preoccuparsi di farsi dono prima che fare dei doni. Se diventiamo dono, i nostri regali saranno accettati in maniera diversa, come strumenti di relazione e di verità”.
Penso ai diversi ambienti di vita in cui possiamo farci dono:
- • con i bambini, a cui nessuno deve rubare lo stupore del Natale, con i quali siamo chiamati a passare del tempo vero con loro, giocando e raccontando, evitando di riempirli di cose;
- • con i giovani, sempre più connessi, ma desiderosi di incontri autentici senza finzioni o virtualismi;
- • con il proprio coniuge, marito o moglie, con il quale condividiamo la vita, farsi dono l’uno con l’altro ogni giorno significa dirsi nel quotidiano: scusa, grazie, per favore…
- • con gli anziani e i malati, nei confronti dei quali abbiamo debiti di riconoscenza e di gratitudine, donarsi significa sedersi accanto e ascoltarli senza fretta, lasciandoli raccontare…
- • con i poveri che mancano di sostentamento e che bussano ai nostri servizi e cercano prima ancora dei beni materiali, uno sguardo amico e una mano tesa;
- • con gli emigrati che vagano per le nostre città con la speranza di essere accolti e integrati nella comunità civile e religiosa.
Tutti noi ci imbattiamo in queste categorie di persone, questi sono i personaggi del nostro presepe vivente che ci troviamo nella nostra vita sociale e comunitaria.
Ci aiuta a vivere il Natale in questo modo anche la bellissima lettera apostolica di Papa Francesco Admirabile signum, il mirabile segno, sull’importanza del presepe, che invito anche io, a fare in ogni famiglia, chiesa, scuola, ospedale, carcere e piazza. Il Papa scrive: «I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che più sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza. Gesù, “mite e umile di cuore” (Mt 11,29), è nato povero, ha condotto una vita semplice per insegnarci a cogliere l’essenziale e vivere di esso. Dal presepe emerge chiaro il messaggio che non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicità. Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato».
Carissimi auguro a tutti un Natale vissuto nel segno della Carità, che è Cristo stesso incarnato e deposto in una mangiatoia di una grotta a Betlemme: “Casa del pane”.
Buon Natale 2019!
† Marco Brunetti, Vescovo