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Virus cinese? Il nostro vero nemico è l’influenza

Virus cinese? In nostro vero nemico è l’influenza
Sarà disponibile in 10 giorni l'ospedale prefabbricato che le autorità cinesi stanno costruendo a Wuhan, città epicentro del coronavirus, per il ricovero dei pazienti colpiti dal virus.

ALBA Più di mille persone infette e quarantuno morti. È il bilancio provvisorio causato in Cina da un nuovo virus che viene guardato con preoccupazione dal mondo intero. Ne abbiamo parlato con Franco Giovanetti, direttore del servizio vaccinazioni e profilassi malattie infettive dell’Asl Cn2.

Qual è la causa dell’epidemia cinese?

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Franco Giovanetti, responsabile del servizio di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Alba e Bra

«Il nuovo coronavirus, denominato 2019-nCoV, che è stato individuato in Cina nell’area di Wuhan, provincia di Hubei. Alcune delle persone colpite hanno riferito di aver visitato il mercato Huanan seafood di Wuhan, ora chiuso e disinfettato, dove venivano venduti sia prodotti alimentari sia animali vivi di varie specie».

Quali sono i sintomi?

«Febbre, tosse secca, mal di gola e difficoltà respiratorie. La malattia può essere relativamente lieve, simile a una delle tante forme virali che si manifestano in inverno, oppure sfociare in una polmonite. Sono maggiormente a rischio le persone con serie patologie cardiovascolari, epatiche, respiratorie, metaboliche. Si stima che il periodo d’incubazione sia compreso tra 2 e 14 giorni. È possibile identificare il virus nel sangue e in altri materiali biologici attraverso specifici esami di laboratorio, che in Italia sono effettuati dall’Istituto superiore di sanità».

Come avviene la trasmissione?

«Secondo le ipotesi, attraverso le goccioline respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Il fatto che, inizialmente, molti dei pazienti avessero un collegamento con il mercato Huanan suggeriva una diffusione da animali a persone. L’aumento di casi tra persone che non erano entrate in contatto con quel mercato dimostra come si stia verificando una diffusione da persona a persona. Le prime stime degli esperti suggeriscono una contagiosità piuttosto bassa».

Come state monitorando la situazione?

«Il Ministero della salute ha diffuso istruzioni con l’obiettivo di identificare tempestivamente eventuali casi e circoscrivere la diffusione del virus. È in vigore una procedura sanitaria per verificare l’eventuale presenza di casi a bordo degli aerei provenienti da Wuhan. Inoltre, a chi si reca in quelle aree viene consigliato di lavarsi frequentemente le mani o, se acqua e sapone non sono disponibili, igienizzarsi con gel alcolici. È anche consigliata la vaccinazione contro l’influenza almeno due settimane prima della partenza».

Chi è stato in Cina di recente deve rivolgersi a un medico?

«Se una persona di ritorno da un viaggio a Wuhan sviluppa sintomi respiratori nei 14 giorni successivi al rientro, deve immediatamente rivolgersi a un medico. In assenza di sintomi non è necessario effettuare controlli».

Virus cinese? In nostro vero nemico è l’influenza
Sarà disponibile in 10 giorni l’ospedale prefabbricato che le autorità cinesi stanno costruendo a Wuhan, città epicentro del coronavirus, per il ricovero dei pazienti colpiti dal virus.

È giustificata la preoccupazione che si sta diffondendo?

«L’influenza, pur suscitando meno clamore mediatico, produce molti più danni: ogni stagione influenzale, a livello mondiale, sono decine di milioni le persone colpite, tra cui un numero variabile da 3 a 5 milioni di casi di malattia severa e da circa 290 a 650 mila i decessi per complicanze. In Italia nella stagione influenzale 2018-2019 sono stati segnalati 4,7 milioni di casi di sindrome influenzale e 282 casi gravi, con 52 decessi. In Piemonte sono stati rilevati 640 mila casi».

Enrico Fonte

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