I principali gruppi di azionisti di Ubi respingono l’offerta di Intesa

Cosa significa scegliere di affidare i propri soldi a una banca etica?

L’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo per acquisire Ubi banca riceve un altro rifiuto, dopo essere stata definita «inaccettabile» dal Comitato azionisti di riferimento, il patto di consultazione che vincola il 17,7% del capitale di Ubi composto dalle fondazioni Crc, Banca Monte di Lombardia e da sei grandi famiglie imprenditoriali di Bergamo e Brescia.

Giovedì 27 febbraio, poi, il comitato Car ha accolto l’ingresso di Cattolica di assicurazione che con il suo 1,01% del capitale sociale di Ubi porta il pacchetto in mano al Car al 17,814%.  La richiesta è stata approvata all’unanimità da tutti i componenti il Car e il comitato di presidenza ha espresso particolare soddisfazione per la decisione di Cattolica assicurazione, anche in funzione dello standing della compagnia e del significativo momento che Ubi sta attraversando.

A dire che l’Ops non tutela «adeguatamente gli interessi» dei soci di Ubi è stato anche il Patto dei mille, associazione che riunisce l’1,6% del capitale e al quale aderiscono alcuni storici azionisti bergamaschi, inclusa la famiglia Zanetti, che ha in Emilio uno dei fondatori di Ubi. Il patto «ha valutato negativamente» l’offerta «ritenendo che l’ipotesi di concambio – 17 azioni Intesa contro 10 Ubi – sottovaluti significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non consideri adeguatamente le sue prospettive reddituali» che il mercato stava invece iniziando ad apprezzare dopo il nuovo piano messo a punto dal Ceo Victor Massiah.

Sul fronte industriale le critiche si appuntano invece sulle «conseguenze negative sul capitale umano, vero punto di forza di un istituto di credito» (Intesa ha annunciato 5mila esuberi volontari, compensati da 2.500 assunzioni) e quelle «sul ruolo centrale di Ubi quale storica banca del rerritorio», che verrebbe inglobata all’interno di Intesa dopo essere stata ridimensionata con la cessione di 400-500 sportelli a Bper. Si tratta di considerazioni analoghe – sia sotto il profilo industriale che finanziario – a quelle espresse dal Car, che ha evidenziato come l’offerta di Intesa sia inferiore del 40% al valore del patrimonio netto di Ubi. E a cui potrebbero saldarsi quelle del Sindacato azionisti Ubi Banca, il patto dei soci bresciani che vincola l’8,4% del capitale.

Chi vede con favore l’Ops sono le agenzie di rating: anche Fitch, unendosi a Moody’s e S&P, ha messo sotto osservazione i rating di Ubi, in vista di un possibile rialzo legato all’ingresso di Ubi in «un gruppo più forte» quale è Intesa, del cui supporto «possa beneficiare in caso di bisogno».

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