SOLIDARIETÀ L’emporio solidale Madre Teresa di Calcutta di corso Piera Cillario assiste molte persone in temporanea difficoltà economica, distribuendo generi alimentari di qualità donati da supermercati, negozi e istituzioni. Contrariamente a quanto si pensa, ad Alba questa porzione di fragilità è molto ampia da sempre, anche prima dell’emergenza sanitaria Covid-19 in corso.
Si tratta di individui con un Isee inferiore ai seimila euro, che sopravvivono sotto la soglia di povertà assoluta: si tratta di una condizione in cui è difficile provvedere ai bisogni primari quali cibo, affitto e spese sanitarie. Considerando che l’emporio ha attivato circa 350 tessere, e che ogni tessera può riferirsi a un individuo singolo ma anche a un nucleo familiare, è evidente come la fetta di popolazione coinvolta sia piuttosto ampia, vicina cioè alle mille persone.
Durante la quarantena imposta dal Governo per fronteggiare la pandemia, l’emporio Madre Teresa di Calcutta, gestito dalla Caritas diocesana, non ha interrotto la propria attività. Spiega il responsabile del magazzino Paolo Santero: «Abbiamo chiuso il 12 marzo, perché molti dei nostri volontari sono anziani ed eravamo preoccupati per la loro salute. Pochi giorni dopo, però, abbiamo attivato una convenzione tra Caritas, Comune di Alba, consorzio socioassistenziale, Proteggere insieme e Croce rossa. L’emergenza era oggettiva: sapevamo che, a causa della quarantena, le persone povere che abitano in città avrebbero presto avuto bisogno di aiuto, soprattutto dal punto di vista del reperimento dei generi alimentari».
Grazie all’accordo, l’emporio solidale è riuscito a riaprire, ma non a tempo pieno. Si prevedono soltanto due giorni alla settimana. Il martedì e il venerdì i supermercati e le panetterie convenzionate consegnano i prodotti alla struttura di corso Piera Cillario che, grazie a una trentina di volontari della Protezione civile, confeziona una consistente borsa della spesa da consegnare a domicilio a oltre un centinaio di persone.
Spiega ancora Santero: «Ogni pacchetto equivale a circa due borse ordinarie, da supermercato. Si tratta cioè di un aiuto sostanziale e concreto. Il 90 per cento dei destinatari sono utenti dell’emporio da tempo, persone che conosciamo e che a causa dell’emergenza sanitaria si sono trovate in una difficoltà ancora maggiore di prima. Il problema non riguarda la sola città di Alba, ma l’intero territorio diocesano».
Le consegne delle borse sono iniziate a fine marzo: «Stiamo ricevendo molte telefonate. Ovviamente il criterio di attribuzione degli aiuti varia in base al reddito del richiedente: più è basso, più la spedizione sarà urgente», specifica Santero.
La notizia inattesa riguarda le donazioni da parte degli esercizi commerciali, conclude il volontario: «Nonostante la maggioranza delle attività abbiano chiuso – sono numerose anche le panetterie e i piccoli esercizi fermi – molti hanno deciso di proseguire la fornitura di prodotti all’emporio: è un grande gesto di solidarietà. Le persone devono sapere che ci siamo, che stiamo lavorando e, nonostante l’emergenza sanitaria, cerchiamo di fare il possibile per sostenere e dare continuità al servizio».
La contingenza attuale degli aiuti, tuttavia, è legata sia alle scorte alimentari che alle risorse economiche. «La disponibilità materiale in questo periodo è ridotta e le nostre provviste si esauriscono con maggiore rapidità. Per questo lanciamo un appello: servono donazioni da parte dei produttori, mentre chi è in grado di farlo, metta mano agli aiuti economici».
Per effettuare una donazione all’emporio albese è possibile visitare il sito Internet www.emporiocaritasalba.it, oppure chiamare il numero di telefono 333-13.70.932.
Matteo Viberti