Novant’anni fa lo sferisterio Mermet riapriva i cancelli

Novant’anni fa lo sferisterio Mermet riapriva i cancelli
Un'immagine dello sferisterio Mermet a fine '800.

PALLAPUGNO Nei giorni scorsi la fondazione Sferisterio Mermet di Alba ha prorogato fino a mezzogiorno del 30 ottobre la scadenza del concorso di idee per la riqualificazione sociale e culturale dello storico campo da pallapugno. I termini erano fissati per il 31 marzo, ma, con i provvedimenti restrittivi legati all’emergenza coronavirus, che tra l’altro prevedono la sospensione dell’attività scolastica, la fondazione ha deciso di prorogare la scadenza a fine ottobre. «C’era già chi stava lavorando al concorso ed erano stati effettuati alcuni sopralluoghi. Ciò dimostra che c’è interesse verso la nostra proposta. Restiamo ovviamente a disposizione per altri sopralluoghi, quando sarà possibile effettuarli», spiega il presidente della fondazione Mermet, Franco Drocco.

Quest’anno, a luglio, per lo sferisterio albese, ricorre un anniversario importante. Novant’anni fa, veniva risolta la lunga vertenza tra il Comune e il proprietario del campo, Giovanni Giovine, che aveva portato a una lunga chiusura e allo smantellamento della parte architettonicamente più interessante dello sferisterio, la loggia in stile neoclassico progettata dall’architetto Giorgio Busca. Giovine, che aveva comprato il Mermet nel 1911, lo chiuse nel 1915, abbattendo le tribune e il colonnato e aprendo la lunga diatriba legale con il Comune, raccontata nei minimi particolari da Nando Vioglio nelle due pubblicazioni dedicate allo sferisterio: Mermet. Storie di pallapugno e ordinaria albesità e Mermet: dal 1857 patrimonio dell’albesità.

Fino al 1930, al balon in città si giocò saltuariamente nel cortile della Maddalena, anche se negli anni ’20 il Mermet tornò a ospitare occasionalmente qualche partita. La riapertura ufficiale fu però nel luglio del 1930. Si era appena chiuso un decennio importante per lo sport albese, che stava iniziando a farsi spazio nella vita sociale cittadina. Nel 1922 era stato inaugurato il campo Michele Coppino (che nel 1923 aveva ospitato la prima amichevole tra Albese e Juventus) e nel 1926, alla Moretta, era nata la Stella Maris.
La soluzione della vertenza sul Mermet prevedeva che per cinque anni l’Usa (Unione sportiva albese) avrebbe gestito l’impianto. La prima partita si giocò il 20 luglio, tra la squadra di Alba (Pelazza) e quella di Neive (Ricca). Per la cronaca, vinse Pelazza per 11-9, ma per la storia del balon “pesa” di più il confronto del 27 luglio, tra la quadretta dei fratelli Rabino di Monforte e quella di Costigliole d’Asti, che schierava Santero e, come scriveva Gazzetta d’Alba, «uno dei più forti giocatori della nuova generazione», ossia Augusto Manzo, che due anni dopo vincerà il primo scudetto di una carriera leggendaria. Il 3 agosto, al Mermet, giocarono Pelazza contro Rossi e Gazzetta, annunciando l’incontro, ricordava che allo sferisterio c’erano «il posteggio per le bici e il buffet». Era una struttura all’avanguardia. Basti pensare che, ai giorni nostri, il bar del Mermet, è chiuso da anni.

Corrado Olocco

Banner Gazzetta d'Alba