Se una videochiamata può ridare la parola

Gli anziani soli o nelle case di riposo sono le persone più in difficoltà in questa emergenza

Se una videochiamata può ridare la parola

PICCOLA CASA La chiave di lettura medica non è la sola a spiegare lo stato di salute degli anziani di oggi. Secondo il database nazionale Passi d’argento, in Italia nel biennio 2016- 2018, 13 persone su 100 di 65 anni o più soffrivano di sintomi depressivi e percepivano compromesso il proprio benessere psicologico per una media di 17 giorni al mese.

La quarantena in corso rischia di acuire la vulnerabilità, considerando come siano oltre 300mila gli anziani ospitati in casa di riposo che non possono vedere i propri familiari per le visite, e almeno 1,2 milioni gli anziani nel Paese che si definiscono isolati e privi di amicizie o reti al di fuori della parentela .

Anna Fruci è un’educatrice professionale della Piccola casa della divina Provvidenza di Alba. Spiega: «Mi sento fortunata a lavorare in una struttura come questa, che fin da subito si è prodigata per adottare tutte le misure necessarie a proteggere ospiti e operatori nell’emergenza sanitaria in corso. Da fine febbraio siamo chiusi al pubblico. Questa situazione ha però sottratto risorse umane preziose, come i volontari e i tirocinanti». E prosegue: «Storicamente le visite nella struttura erano consentite in qualsiasi orario. Oggi agli ospiti mancano i momenti di contatto con amici e parenti. Una signora che non parlava più da molto tempo a causa di una grave patologia ha visto la figlia in videochiamata su uno schermo di cellulare e le è tornata la parola dalla gioia. Sono momenti commoventi, che raccontano sentimenti di solitudine ed emozioni intense in un periodo difficile per la collettività».

Anna conclude: «Sebbene adesso sia difficile per la popolazione immaginare un modo per aiutarci, vorremmo però lanciare un appello: il vostro contributo servirà dopo, una volta terminata l’emergenza. Nella nostra struttura abbiamo continuo bisogno di volontari. Spero che questa crisi aiuti a ragionare, a riflettere sulla condizione di solitudine che vivono le tante persone anziane».

Sara Elide

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