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Asti e Moscato vanno al contrattacco

Moscato: per i vigneti serve maggior tutela

CONSORZIO Asti e Moscato d’Asti hanno in Langa una quota notevole dei loro vigneti: per ragionare sulla situazione attuale e sui progetti di salvaguardia di prodotto e reddito, occorre parlare con Romano Dogliotti e Stefano Ricagno, presidente e vice del Consorzio di tutela. Dal punto di vista organizzativo, nei due mesi di chiusura la struttura consortile è rimasta attiva e, con le giuste cautele, ha continuato a distribuire le fascette Docg e a operare con il laboratorio di analisi. Per tutelare i produttori, sia i viticoltori che i trasformatori, il Consorzio dell’Asti ha deciso di fare squadra con gli altri organismi di tutela che fanno parte di Piemonte land of perfection.

«Naturalmente», precisa il presidente Dogliotti, «anche gli organi istituzionali del Consorzio hanno continuato a operare. Non abbiamo potuto tenere riunioni di consiglio o assemblea, ma il comitato esecutivo si è riunito più volte per procedere con sistematicità a verificare l’andamento delle lavorazioni di cantina e delle vendite. C’è un dato molto significativo: nei primi quattro mesi del 2020 il numero delle fascette distribuite è rimasto invariato rispetto all’analogo periodo del 2019». Secondo Stefano Ricagno, «quella che sembrava una negatività, il fatto di avere come canale prevalente la grande distribuzione rispetto all’Horeca (acronimo che comprende anche ristoranti, enoteche, vinerie, ndr) nell’emergenza si è rivelato un vantaggio: i punti vendita sono rimasti aperti e hanno lavorato, mentre il settore Horeca ha dovuto tenere le serrande abbassate».

«Questo ha favorito le grandi strutture di produzione», dice Dogliotti, «mentre i piccoli produttori hanno ridotto molto la loro attività. Ma, ragionando come Consorzio, dobbiamo valutare le cose come denominazione nel suo complesso. Il fatto che una parte notevole del settore produttivo abbia continuato a vendere promette un futuro immediato non troppo precario».

Per quanto concerne gli interventi di emergenza per tenere in equilibrio le dinamiche di settore tra offerta e domanda, il Consorzio dell’Asti ha condiviso le strategie del gruppo dei Consorzi di tutela piemontesi, dando però una sua interpretazione in base al tipo dei vini tutelati. Asti e Moscato sono in forte prevalenza vini dolci e fragranti, che richiedono vari accorgimenti di conservazione per mantenere inalterate le loro caratteristiche originali.

«A tale riguardo», ricorda Dogliotti, «abbiamo preventivato il possibile ricorso alla distillazione per circa centomila ettolitri, sempre che le prossime dinamiche di mercato lo esigano. Ma crediamo anche che servirebbe un aiuto allo stoccaggio, per garantire l’integrità del Moscato 2019 che è di grande interesse qualitativo». Il vicepresidente concorda: «Il Moscato 2019 è di ottimo livello, i locali e i recipienti per lo stoccaggio ci sono. Sarebbe utile un concorso nelle spese vive (energia elettrica, operazioni periodiche di filtrazione e affitto delle strutture)».

Potrebbero servire anche altri interventi come, ad esempio, l’aumento transitorio della percentuale di taglio tra le annate dal 15 al 30 per cento. Sarebbe un’operazione a costo zero, ma pare difficile da attuare per la solita opposizione della burocrazia.

Un’ultima nota riguarda l’attività promozionale: «La nuova campagna di promozione è partita», ricorda Dogliotti, «e in questa fase abbiamo raccolto molti consensi. L’investimento è importante: circa un milione e mezzo di euro all’anno per almeno due anni, con il forte impegno della filiera produttiva. Anche questo lavoro sarà utile per far ripartire la macchina. Nelle prossime settimane presenteremo altre novità».

Giancarlo Montaldo

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