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È viva l’italia? Francesco Bennardo docente al Gallizio spiega la storia recente d’Italia

Ad Asso di coppe Il diavolo e l’artista,  il nuovo libro di Francesco Bennardo

ALBA I podcast, registrazioni audio diffuse via Internet, durante l’emergenza coronavirus hanno avuto un’impennata degli ascolti e anche della creazione, dimostrandosi utile  strumento per lo studio e l’approfondimento. Un podcast  originale e dedicato alla storia, dal titolo  È viva l’Italia?, è stato creato da  Francesco Bennardo,  docente di storia e filosofia al  liceo artistico Pinot Gallizio di Alba. Si tratta di una serie di puntate da 10-15 minuti ciascuna dedicate all’analisi di tutti i governi che si sono avvicendati dalla caduta del fascismo fino a oggi.

«Ho scelto il titolo, una semicitazione di un noto brano di Francesco De Gregori, perché mi sono chiesto come possa considerarsi viva una comunità che sconosce o, peggio, misconosce il proprio passato», spiega Bennardo. «Con questo microprogetto cerco di dare il mio modesto contributo alla divulgazione della storia d’Italia, con specifico riferimento alle vicende avvenute dopo l’armistizio dell’8 settembre e la Resistenza. Sto lavorando a un libro che racconti le vicende italiane a partire dalla Restaurazione e l’idea di collegarlo a un lavoro di ricerca sui governi e sugli statisti più influenti della Repubblica mi frullava per la testa già da un po’: questo periodo di isolamento forzato mi ha convinto a rompere gli indugi e a iniziare».

Secondo l’insegnante noi italiani conosciamo pochissimo le vicende storiche del nostro Paese: «Niente di nuovo: lo affermava già Cesare Cantù vent’anni prima dell’Unità. Soprattutto i fatti e gli sconvolgimenti successivi al Ventennio sono abbastanza ignoti, anche perché raramente nelle scuole si riesce ad andare oltre alla Seconda guerra mondiale e ai trattati di pace a essa collegati», spiega Bennardo.

«Mi sono reso conto, con un po’ di tristezza, che molte persone, anche colte, sconoscono quasi completamente i protagonisti della storia repubblicana. Non parlo solo dei personaggi meno noti, come Pella o Zoli, che non hanno avuto modo di incidere, parlo di De Gasperi, di Moro, di Fanfani, di gente che è stata molto attiva; che nel bene o nel male ha fatto molto. La divulgazione storica, ottima e abbondante in altri campi, su questo settore è rimasta spesso silente, schiacciata da pubblicazioni iperspecialistiche o troppo di parte: quando si parla dei governi si parla inevitabilmente di politica, e la politica nasconde interessi che possono falsare la valutazione e il racconto».

Ampio spazio durante le lezioni viene dato alla politica?

«Sì, senza ovviamente trascurare quegli avvenimenti generali che hanno condizionato e caratterizzato la vita dei vari esecutivi che si sono succeduti da Badoglio a Conte. Preferisco chiamarle puntate e non lezioni perché il loro intento è esplicativo-divulgativo: servono a integrare quei manuali e quei libri che affrontano la storia dell’Italia repubblicana in generale, senza soffermarsi sui protagonisti; servono, soprattutto, a saperne qualcosa in più sulle nostre origini, a capire cosa eravamo e cosa siamo diventati. Cerco di utilizzare uno stile chiaro e comprensibile, ripulisco anche i file audio dai rumori esterni (sospiri, movimenti, ecc.) con un programma di montaggio per rendere l’ascolto il più piacevole possibile; inoltre, cerco di coniugare un linguaggio semplice e scorrevole al rigore nel rispetto delle fonti proprio dello storico, prendendo Alessandro Barbero come modello di riferimento».

Come ascoltare le puntate?

«Le pubblico sui vari social ogni giovedì in tarda mattinata; attualmente sono arrivato alla sesta tappa, in cui viviseziono il referendum istituzionale del 2 giugno 1946. I materiali sono visibili su Spreaker, Soundcloud e Youtube. Chiunque voglia lasciarmi le sue impressioni o le sue domande può contattarmi sulla mia pagina Facebook o tramite la mail bennardo_francesco@libero.it».

Franceso Bennardo, classe 1987, è docente di storia e filosofia e da cinque anni insegna al liceo artistico Pinot Gallizio di Alba. Ha pubblicato due raccolte di poesie –  Invettive apotropaiche (2015) e Colpi di Grazia (2017) – e i saggi storici Storia della massoneria siciliana nel XIX secolo (2016), Il diavolo e l’artista: le passione artistiche dei giovani Mussolini, Stalin, Hitler (2019) e 1848: la svolta reazionaria del Regno delle due Sicilie (2020).

Bruna Bonino

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