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La scelta scomoda di essere coerenti col Vangelo

PENSIERO PER DOMENICA – XII TEMPO ORDINARIO – 21 GIUGNO

Può una “bella notizia” (questo è il significato di “vangelo”!) essere anche scomoda, addirittura pericolosa per chi la porta? Qualche volta sì, specie quando l’annuncio avviene in tempi difficili, come quelli che fanno da sfondo alle letture della XII domenica del Tempo ordinario.

Geremia, profeta dei tempi di crisi. La prima figura che ci viene incontro è il profeta Geremia (20,10-13). Per capire la sua grandezza occorre richiamare almeno per cenni il contesto in cui vive: sono gli anni, addirittura i mesi e giorni che precedono la caduta e la distruzione di Gerusalemme per mano dei Babilonesi (586 a.C.). In quel tempo a dir poco drammatico, per la guerra, la carestia e la fame andavano di moda i profeti di corte, che assecondavano la cecità e il delirio di onnipotenza del re Sedecìa, invitandolo a non darsi pena dei pericoli e delle condizioni economiche disastrose, garantendo che «andrà tutto bene»! Geremia, voce fuori del coro, cerca disperatamente di dire la verità, invitando a fare i conti con la realtà, a fare scelte alternative, anche se dolorose.

Dio appare al profeta Geremia, da una miniatura del XIV secolo (Vienna, Biblioteca nazionale).
Dio appare al profeta Geremia, da una miniatura del XIV secolo (Vienna, Biblioteca nazionale).

La salvezza arriverà solo da scelte e sacrifici. Ai profeti di corte, che scommettevano su un intervento miracolistico di Dio o su un aiuto della superpotenza rivale, l’Egitto, Geremia risponde che la fede in Dio deve tradursi in scelte operative: provare a costruire una società nuova, sul piano sociale e religioso. Dio è al nostro fianco, ma non si sostituisce a noi. Facile applicare le sue parole al nostro tempo: da mesi siamo assediati da un nemico invisibile, minacciati da una crisi senza precedenti e facciamo fatica a fare scelte coraggiose.

La missione nei tempi difficili. Le parole del Vangelo (Mt 10,26-33), tratte dal “discorso missionario” – raccolta di indicazioni che Gesù dà ai discepoli prima di mandarli in missione – sono quasi un controcanto all’esperienza di Geremia e la fotografia di tanti momenti della storia della Chiesa, segnata da un’immensa schiera di martiri. Tanti credenti, di tutte le età, hanno pagato con la vita la scelta di seguire Gesù e di annunciare il Vangelo. E si tratta di un elenco aperto. Per tutti valgono le rassicurazioni di Gesù: il Padre ci conosce a uno a uno, come i passeri che volano nell’aria o come i capelli del capo. La conseguenza è questa: «Non abbiate paura… Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre». Con questa rassicurazione possiamo guardare al futuro, con creatività e coraggio.

Lidia e Battista Galvagno

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