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Un pane segno di comunione tra Dio e l’umanità

PENSIERO PER DOMENICA – XVIII TEMPO ORDINARIO – 2 AGOSTO

Una chiave di lettura questa domenica è la lettera ai Romani, che da alcune settimane è proposta a brani, certo suggestivi, ma non sempre efficaci a esprimere la novità e la portata eversiva del testo. Nel brano odierno (8,35-39) viene proclamata l’idea centrale del Vangelo paolino: l’amore gratuito di Dio per noi, che si è manifestato in Cristo Gesù: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Nulla!», risponde l’apostolo.

Un pane segno di comunione tra Dio e l’umanità
La moltiplicazione dei pani e dei pesci, miniatura senese, XIV secolo (biblioteca comunale, Siena).

Acqua e cibo sono i simboli universali di questo amore. Tutti, di continuo facciamo esperienza di questo dono, semplicemente portando alla bocca cibo e bevande. Ce lo ricorda un anonimo profeta del VI secolo a.C., confluito nel rotolo di Isaia: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente… Comprate senza denaro vino e latte». Anche se qualcuno guadagna o specula su acqua e cibo, in ultima sostanza essi sono un dono gratuito di Dio. Con la moltiplicazione dei pani (Mt 14,21-31), Gesù ha offerto un altro segno forte di questa gratuità di Dio. L’episodio però viene inquadrato da Matteo in un contesto particolare che getta una luce importante su di esso.

Nella vita ci sono anche le notizie tristi, come quella che portano a Gesù i discepoli di Giovanni Battista, annunciandogli la sua morte. Per Gesù era la morte di un parente stretto, di un amico, di un uomo coraggioso capace di prendere le distanze dal giudaismo ufficiale e dal tempio, denunciando le malefatte dei potenti. Scosso dalla notizia, Gesù si ritira in un luogo isolato, per pregare, forse per piangere in silenzio. Ma la folla lo segue. Alla vista della gente, nell’animo di Gesù scatta la compassione: interrompe la preghiera, dimentica i suoi sentimenti e si identifica con quelli della gente! Sta con loro fino a sera, alleviando le loro sofferenze. È bellissimo questo particolare: il miglior rimedio alle proprie sofferenze è condividere e cercare di alleviare quelle degli altri!

Gesù cura il dolore con la medicina del dono. Dopo aver ascoltato e rincuorato i suoi interlocutori, Gesù sente il bisogno di mangiare con loro: condividere il cibo è uno dei segni massimi di comunione, fonte di energia e di speranza. Ma Gesù fa di più: il cibo lo offre lui, con la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Prima che anticipazione dell’Eucaristia, il pane è simbolo di comunione, di fratellanza, di condivisione di vita, di partecipazione al dolore e alla gioia dell’altro. Ciò che ha reso ancora più drammatica la pandemia del coronavirus è stato il non poter far leva su queste cose. Speriamo ci abbia fatto capire quanto sono importanti.

Lidia e Battista Galvagno

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