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Entro fine anno entrerà in funzione il nuovo cogeneratore costruito al depuratore di Govone

GOVONE Entrerà in funzione entro fine anno la nuova centrale di cogenerazione a biogas realizzata nell’impianto di depurazione di Canove. Il depuratore gestito dalla Società intercomunale servizi idrici (Sisi), aderente al Consorzio gestione servizi idrici (Cogesi) si pone così all’avanguardia sul territorio nazionale.

Entro fine anno entrerà in funzione il nuovo cogeneratore costruito al depuratore di Govone

I lavori sono iniziati il 31 agosto e sono in corso di ultimazione. Il nuovo cogeneratore farà salire la quantità di energia autoprodotta 2.500.000 Kw/anno con un incremento del 20%. Una volta conclusa la fase di collaudo del nuovo motore a otto cilindri alimentato a biogas, quasi la metà del fabbisogno energetico dell’intero impianto sarà soddisfatto dal processo di cogenerazione, rendendo possibile anche l’alimentazione degli uffici. L’ultimo, ma non meno importante, tassello sarà il postcombustore, un sistema di trattamento dei fumi di scarico che utilizza la migliore tecnologia oggi esistente.

Questo risultato non è l’unico nel programma innovativo dell’impianto di depurazione di Canove di Govone, che attualmente, nel trattamento di reflui civili e industriali, serve decine di comuni delle Langhe e del Roero, tra cui il comune di Alba, con un bacino di circa 240mila abitanti equivalenti.

La capacità di trattamento dell’impianto sarà ulteriormente potenziata: è in fase di progettazione una nuova linea acque (la quinta), che consentirà l’eliminazione del depuratore di Bra e di altri impianti siti nel Roero, più piccoli e meno efficienti. Con la realizzazione di tale linea, l’impianto avrà una capacità di 280mila abitanti equivalenti con evidenti benefici ambientali e di salvaguardia del bacino idrografico del fiume Tanaro. I vantaggi di queste centralizzazioni dei trattamenti avranno effetti positivi anche sui costi di gestione, armonizzando efficienza, efficacia ed economicità.

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A questo proposito Fabrizio Boffa, direttore tecnico dell’impianto di Canove di Govone, afferma: «Si tratta di applicare i principi dell’economia circolare, rovesciando il paradigma degli impianti di depurazione delle acque reflue, da misura difensiva per la protezione dell’ambiente a occasione per produrre materiali utili ed energia, concependo l’enorme flusso delle acque reflue come una forma particolare di miniera da sfruttare, alla quale in futuro dovrà essere riconosciuto il giusto peso sociale. Occorre in merito un recupero d’immagine per questa tipologia di attività, sinora considerata degradante per un territorio in conseguenza delle emissioni di odori e dell’aspetto spesso poco integrato».

«Nell’ambito di questa visione», fa rilevare il Presidente Leopoldo Foglino, «confrontandoci con le aziende pubbliche del settore all’interno della società consortile Cogesi, Sisi sta operando nuove scelte volte sempre più alla salvaguardia dell’ambiente, quali l’impianto per l’essiccamento solare dei fanghi finalizzato a potenziare e integrare il processo di essiccamento meccanico».

Attualmente la quantità di fanghi disidratati inviati a compostaggio da Sisi ammonta a più di 10mila  tonnellate l’anno. La riduzione del quantitativo dei fanghi  è un obiettivo strategico per contenere e ridurre i costi gestionali. La realizzazione dell’impianto di essiccamento solare prevede la costruzione di una serra completamene automatizzata in grado di trattare fino a 3mila tonnellate l’anno. L’efficacia di questa soluzione di trattamento è stata sperimentata con un impianto pilota (vedere allegato) e, non appena integrata con l’essiccamento meccanico, permetterà risparmi significativi, che verranno integralmente reinvestiti – in quanto società pubblica, Sisi non distribuisce utili ai soci- per migliorare il servizio reso ai cittadini e per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale.

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