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Morto a 90 anni Olivio Cavallotto, patriarca del Barolo

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CASTIGLIONE FALLETTO Un pezzo di storia delle Langhe che se ne va. È mancato all’affetto dei suoi cari e del mondo del Barolo lo storico produttore Olivio Cavallotto. A 90 anni se l’è portato via questo maledetto Covid-19. Un’uscita di scena riservata, com’è stata la sua vita. Un’esistenza in cui le luci dei riflettori si sono accese più volte su Olivio, ma che lui non ha mai amato molto, preferendo la dedizione al lavoro, per far parlare il suo Barolo, e per valorizzare la denominazione in generale. Per questo si è impegnato nel Comune, nella Coldiretti Cuneo (per anni vicepresidente), nel Consorzio del Barolo e Barbaresco (tra i soci fondatori), nell’Associazione produttori vini albesi.

Nel 1946, da giovanissimo, insieme al fratello scomparso Gildo, fu tra i primissimi produttori a vinificare le uve in proprio, e nel 1948 mise la prima etichetta Barolo firmata Cavallotto, per poi valorizzare, dal 1967, la rinomata dicitura Bricco Boschis. I figli Alfio, Giuseppe e Laura, che sono alla guida della Cavallotto Bricco Boschis, lo ricordano così: «Ringraziamo il nostro papà per averci accompagnati con le sue tante qualità, con il suo esempio nel lavoro e con le sue innate doti di simpatia e ironia. Ci ha insegnato l’onestà, la lealtà, la rettitudine, l’umiltà e il rispetto verso gli altri. Era un uomo generoso, dalla personalità unica. Cercheremo di imitarlo e di trasmettere ai nipotini, che tanto amava, tutti i suoi insegnamenti».

Il funerale di Olivio Cavallotto sarà celebrato il 25 gennaio, in attesa degli ultimi tamponi post quarantena a cui la famiglia dovrà sottoporsi.

Livio Oggero

 

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