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La comunità ortodossa macedone festeggerà l’Epifania senza il tradizionale tuffo nel Tanaro

La comunità ortodossa macedone festeggerà l’Epifania senza il tradizionale tuffo nel Tanaro

NEIVE Il 7 gennaio la comunità ortodossa macedone di Neive ha festeggiato il Natale, seguendo il calendario giuliano, differente per tredici giorni da quello gregoriano. I fedeli, nonostante la lontananza dai loro luoghi di origine, non rinunciano a santificare le ricorrenze, seguendo, ancora oggi, i loro antichi riti. «Purtroppo, quest’anno, essendo un giorno feriale, molti fedeli non hanno potuto partecipare alla funzione, ma abbiamo celebrato il Natale seguendo le nostre tradizioni», racconta padre Mihailo Matevski, il sacerdote ortodosso che segue la comunità di Neive. Alla vigilia viene celebrato il vespro. Poi, per la cena, i fedeli preparano del pane di forma rotonda in cui viene inserita una moneta. Chi la trova sarà benedetto tutto l’anno. Il giorno di Natale viene celebrata la Messa, con la benedizione dei rametti di quercia che simboleggiano l’eternità di Dio e che ogni famiglia porta nelle proprie case.

La comunità ortodossa macedone di Neive aveva sospeso la celebrazione delle funzioni durante il primo lockdown.  Successivamente aveva ripreso le funzioni, adottando tutte le misure di sicurezza, come il distanziamento dei fedeli in chiesa, le mascherine, il gel per le mani e separando l’entrata dall’uscita dalla chiesa. «L’Epifania, che quest’anno cade il 19 gennaio, è un’altra ricorrenza molto sentita dai nostri fedeli. Celebrerò la funzione come sempre, ma a causa dell’emergenza sanitaria, non si svolgerà la tradizionale processione fino al Tanaro con il tuffo dei giovani per recuperare la croce di legno. Speriamo tutti di poter tornare al più presto alla normalità», conclude padre Matevski.

Silvana Fenocchio

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