Monsignor Beppe Trucco, un anno al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra

Intervista al Rettore del Santuario, ad un anno dal suo insediamento

Monsignor Beppe Trucco, un anno al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra
Don Beppe Trucco con Lino Ferrero

BRA 12 gennaio 2020, il Santuario della Madonna dei Fiori accoglieva il nuovo rettore, Mons. Beppe Trucco, già vicario episcopale per la città di Torino con il cardinale Poletto, collaboratore strettissimo dell’arcivescovo Cesare Nosiglia, di cui è stato il vicario agli affari economici dell’arcidiocesi di Torino fino al 2015.

Monsignor Beppe Trucco, un anno al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra 1
Don Beppe Trucco all’inizio della celebrazione

Un anno intenso, particolare quello passato, ma anche pieno di vitalità spirituale al Santuario e allora abbiamo rivolto a lui alcune domande per chiedergli come è stato un anno trascorso al Santuario.

Don Beppe, da un anno al Santuario. Quali sono le tue impressioni del tuo nuovo ministero a Bra?

«Nei miei molteplici ministeri non ho mai svolto quello di addetto o rettore di un santuario. Questo è uno dei santuari di maggior prestigio in diocesi. Sto cercando di capire e attuare le indicazioni di papa Francesco circa la pastorale dei santuari che non sono un doppione o una copia di parrocchia. Eucarestia con parola di Dio, preghiera e riconciliazione sono i capisaldi della vita religiosa dei santuari. Qui tutto è condito dalla presenza alta e fattiva della Vergine dei Fiori».

Abbiamo vissuto un anno particolare, il lockdown con le celebrazioni sospese, poi la ripresa, poi anche tu hai vissuto il tempo del Covid. Quali riflessioni da questo anno?

«Sì, non ho ancora vissuto un tempo ordinario di vita del santuario. Nonostante le limitazioni e restrizioni varie imposte dai molteplici decreti, che abbiamo cercato di rispettare in modo puntuale, la vita del santuario è continuata dimostrando un forte attaccamento dei devoti. Le due messe e il santo rosario quotidiano hanno continuato ad essere frequentate spesso nei limiti della capienza del santuario antico. Sono stati sospesi a tempi alterni alcuni incontri di preghiera nel dopocena. Per le quattro messe festive, del sabato pomeriggio e della domenica, siamo sempre al limite della capienza, che è di 200 posti. Certo mi si dice che in tempi normali la partecipazione è quasi il doppio. Tutto questo dice però che l’attaccamento al santuario è davvero tenace da parte dei residenti nei dintorni; si sono invece molto assottigliate le file dei partecipanti che arrivano da fuori territorio. Alcune centinaia di persone hanno scoperto le celebrazioni in streaming e seguono così soprattutto la messa delle 10.30. Il 2020 prendiamolo come anno di prova sulla nostra capacità di adattamento, di pazienza, di maggior silenzio. Un colpo alla nostra superbia, al senso di autosufficienza e di forza: messi a ko da un invisibile virus. E prepariamoci a riprendere il cammino, ciascuno un po’ migliore rispetto a prima.

La Novena e la Festa di settembre e la fioritura del pruno con la festa dell’Apparizione: due grandi appuntamenti di fede. Quali sono state le tue impressioni?

«La novena e festa di settembre sono state certo una grande sorpresa nel costatare le migliaia di persone succedersi nelle 7 messe quotidiane, e nel constatare l’attenzione alle proposte dei valenti predicatori. Mi si dice che la partecipazione è stata più che dimezzata dal covid. Spero di vedere e sperimentare a settembre ’21- covid alle spalle – la ordinaria partecipazione alla novena e la straordinaria partecipazione alla processione. La fioritura invernale del pruno, avvenuta regolarmente, non ha visto grande partecipazione, certamente per le restrizioni imposte. Ho tuttavia ricevuto molteplici telefonate da fuori territorio per chiedere conferma della fioritura. Devo dire sinceramente che in alcune conversazioni ho ravvisato una certa superstizione, un vago senso di magia più che di mistero. Antiche paure protrattesi fino all’oggi: “se non è fiorito bene chissà quali altre disgrazie ci porterà oltre il coronavirus” e cose simili. La fede semplice e popolare è certamente gradita a Dio e alla Vergine, ma va fondata e alimentata maggiormente sulla parola di Dio e sui sacramenti piuttosto che su segni esterni. Dice così bene una scritta sul muretto di cinta del pruneto sul piazzale del santuario antico: “per il credente nessun miracolo è necessario per chi non crede nessun miracolo è sufficiente”».

Hai portato anche belle novità: l’Oasi dello Spirito, il Salotto buono e la nuova supplica alla Vergine dei Fiori. Ci puoi parlare di queste tre novità e se ci sono altri progetti?
«L’Oasi dello spirito. Confortevoli camere a disposizione per ospiti in ritiro spirituale autogestito. Iniziativa apprezzata anche in diocesi, ma al presente pochissimo utilizzata. Messa a diposizione qualche mese fa e frenata dalla pandemia; telefonate di richiesta e di informazione e interesse per il momento. Potrà esser rilanciata superato questo periodo».

«Il Salotto Buono. Beh, questo è stato utilizzato moderatamente nella bella stagione; ora certamente in modo ridotto. Grandi elogi dai frequentatori per la qualità e varietà delle bevande calde e fredde erogate. È nato come comodità per chi partecipa alle funzioni in santuario e per quanti svolgono servizi vari, per offrire oltre che una buona bevanda anche la possibilità di sedersi e intrattenersi incontrando le persone. Non è entrata questa abitudine, forse ci va tempo. Vedremo nella prossima stagione. Sarebbe bello che supplisse un po’ la funzione dei tradizionali bar non così comodi nell’area del santuario. Certo non ci sono mire economiche: al santuario non entra in tasca assolutamente nulla (neanche il ricupero dell’energia elettrica), a motivo dei prezzi assolutamente calmierati, ma entra nella gamma dei servizi».

«La nuova supplica alla Vergine dei Fiori. La composi di getto in risposta ai primi pericoli di pandemia, sulla scia di richieste pubbliche e private, avvenute nei secoli scorsi, in casi di calamità e pestilenze, quando era consuetudine indire processioni, voti, elargizioni, donazioni di offerte e oggetti di pregio, per onorare la Vergine e ottenere particolare protezione. Forse non sono più i tempi di grandi manifestazioni esteriori, ma certamente sono i tempi di riferimento al soprannaturale con la preghiera. La supplica tiene conto delle calamità e pericoli incombenti che mettono a rischio sì la salute del corpo ma forse anche di più la visione soprannaturale della vita e della storia. Si chiede in buona sostanza di assistere e proteggere questa povera società e di orientarla al vero bene predisposto dal Signore per ogni famiglia e ogni persona».

Lino Ferrero

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