Bra: un flash-mob in piazza contro la didattica a distanza

Appello ai sindaci: ci vuole più umanità con noi anziani e l’apertura delle scuole

BRA Alcuni  genitori dei bambini che frequentano la scuola primaria braidese hanno organizzato per lunedì 8 marzo, alle ore 17.30 in piazza Caduti per la Libertà, un flash-mob per portare l’attenzione sul disagio derivante dalla chiusura delle scuole.

Dicono gli organizzatori: «Non si tratta di un comizio ma un veloce e silenzioso flash-mob, mantenendo distanziamento e misure di sicurezza.  Altre città hanno già fatto iniziative analoghe, come Cuneo. A Savigliano verrà organizzata sempre lunedì alla stessa ora nella piazza del Comune.  Chiediamo la riapertura delle scuole perché: l’istruzione è un diritto fondamentale e va tutelato; la didattica a distanza non può essere considerata istruzione; la scuola si è dimostrata sicura, i ragazzi e gli insegnanti rispettano le regole;  la socializzazione e l’apprendimento passano attraverso la presenza: non possiamo avere sulla coscienza la creazione di futuri adulti asociali, immaturi e senza istruzione adeguata. Per non parlare dei danni psicologici che l’isolamento crea nei bambini e nei ragazzi;  chiudere le scuole significa trasformare in baby-sitter i nonni, i più colpiti dalla pandemia; la gestione familiare è messa a dura prova dalla chiusura delle scuole;  la produttività lavorativa non deve essere tutelata più del diritto all’istruzione: se i centri commerciali e i negozi rimangono aperti questo deve avvenire anche nelle scuole».

Questa è la lettera che verrà consegnata al sindaco durante il flash mob Scuole aperte di Bra

Bra, 8 marzo 2021

Gentile Sindaco Fogliato,

siamo un gruppo di genitori, insegnanti, studenti e cittadini che oggi ha deciso di trovarsi davanti al Comune per chiederle un sostegno. Sappiamo quanto lei abbia come noi a cuore l’istruzione dei bambini e dei ragazzi. Proprio per questo le chiediamo di aiutarci a far arrivare le nostre motivazioni al presidente della Regione per dimostrare il forte disagio che la chiusura della scuola comporta per le famiglie e per la società.

Un anno fa, quando hanno chiuso le scuole i genitori si sono fatti in quattro, si sono  trasformati in insegnanti a scapito dei figli, facendo salti mortali sul lavoro e affrontando una situazione mai vista prima. Gli insegnanti si sono trovati catapultati in una realtà virtuale perdendo il contatto con i propri alunni, fondamento su cui si basava tutta la loro attività. Ad un anno di distanza non troviamo corretto ritornare nella stessa situazione, soprattutto a fronte di altre nazioni europee che hanno adottato misure diverse salvaguardando il diritto all’istruzione.

Quindi chiediamo di riaprire le scuole perché:

l’istruzione è un diritto fondamentale e noi adulti abbiamo il dovere di farlo rispettare

la Didattica a Distanza non può essere considerata istruzione, in particolare per la fascia di età tra 3 e  12 anni

La scuola si è dimostrata un posto sicuro, insegnanti e studenti hanno rispettato scrupolosamente tutte le regole previste. Abbiamo visto nei nostri bambini una crescita incredibile, si sono dimostrati maturi e pronti a tutti i sacrifici richiesti

  • La socializzazione e l’apprendimento passano attraverso la presenza, non possiamo trasmettere conoscenze solo attraverso lo schermo di un computer.
  • La chiusura delle scuole ha creato danni psicologici gravissimi su bambini e ragazzi. Ci stiamo abituando a vedere bambini nervosi, con crisi di pianto improvvise e immotivate, ragazzi sempre più immobili, sprofondati sui divani a comunicare con il mondo solo attraverso cellulare e play station. Questo non deve essere accettato.
  • La produttività lavorativa non può essere il nostro unico pensiero, se rimangono aperti gli esercizi commerciali vogliamo vedere aperte anche le scuole. I nostri bambini non producono denaro ma producono una cosa molto più importante: il nostro futuro.
  • La gestione pratica della presenza a casa degli studenti grava notevolmente sulle famiglie, al momento non abbiamo aiuti da parte del governo, rischiamo di dover ricadere sui nonni rendendoli baby-sitter. Loro sono i più colpiti dalla pandemia, invece di proteggerli li esponiamo a rischi maggiori.
  • Oggi è il giorno della festa della donna. Nuovamente le donne si trovano di fronte alla scelta tra essere madri o lavoratrici. Alcune donne scelgono di lasciare il lavoro per seguire i figli e molte di più in questi mesi il lavoro l’hanno perso perché rappresentano l’anello più fragile della catena. Dobbiamo proteggere le fasce più deboli della società e non ricadere su di loro.

La ringraziamo per il suo ascolto, abbiamo rispettato un minuto di silenzio sollevando i quaderni dei nostri bambini e cartelli con le sbarre per dimostrare come si sentono gli studenti in questo momento: imprigionati da persone che invece dovrebbero proteggerli.

Riconoscenti per quanto riuscirà a trasmettere il nostro messaggio, la salutiamo cordialmente

Famiglie e insegnanti di Bra

 

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