Ultime notizie

Veglio: «I vaccini funzionano: ora l’obiettivo è recuperare gli over 60 che lo rifiutano»

Proseguono le vaccinazioni anti Covid-19 all'Aca 9

VACCINAZIONI Nell’Asl Cn2 si sfiora il 60 per cento dei residenti coperti con almeno una dose del vaccino contro il Covid-19, mentre il 30 per cento circa ha già ricevuto la seconda, con picchi di oltre il 90 per cento tra gli anziani. Fino a oggi sono state somministrate 86.141 prime dosi e 36.634 seconde dosi. «Un buon risultato, che assicura la messa in sicurezza delle persone più fragili di fronte a un’eventuale diffusione della variante indiana Delta, mentre chi ha ricevuto la prima dose è protetto al cinquanta per cento», dice Massimo Veglio, direttore generale della Cn2, dove oggi in media si effettuano tra le 1.500 e le 1.600 somministrazioni.

Massimo Veglio, direttore generale dell’Asl Cn2

La scorsa settimana, con il divieto di utilizzare il vaccino di Astrazeneca per chi ha meno di 60 anni, è stata chiesta un’integrazione delle dosi disponibili: «La questione si è posta per circa 300 persone, i vaccinati under 60 nella prima fase della pandemia, tra insegnanti, membri della protezione civile o delle forze dell’ordine, per esempio. Nelle fasi successive della campagna per i giovani abbiamo sempre usato Pfizer o Moderna, quindi il problema è ridotto a un numero limitato di casi, anche perché una parte aveva già ricevuto la seconda dose di Astrazeneca prima delle nuove norme. In ogni caso, per rispondere alle nuove esigenze, abbiamo richiesto un’integrazione delle dosi e ora si procede secondo il ritmo consueto». Tra le persone a cui è stato proposto come seconda dose uno dei vaccini a mRna messaggero, al momento non sembrano esserci particolari rinunce. «C’è invece un 10 per cento di over 60 che rifiutano in generale il vaccino di Astrazeneca, probabilmente per effetto del caos che si è creato attorno a questo prodotto», dice Veglio.

La situazione delle vaccinazioni nell’intero Piemonte (dati fondazione Gimbe).

Ora che tutte le fasce d’età dai 18 anni in poi possono prenotare il vaccino, sono evidenti alcune dinamiche: «Nel momento in cui si sono aperte le preadesioni per le diverse fasce, l’effetto immediato ha portato a una corsa alle prenotazioni, che però tende ad affievolirsi giorno dopo giorno. Se per i giovani è ancora presto per tirare le somme, tra gli ultrasessantenni c’è un 20 per cento dei residenti che non si è mai iscritto, un grave impedimento al raggiungimento dell’immunità di gregge. Non abbiamo strumenti per convincere queste persone, se non coinvolgere sempre di più i medici di famiglia affinché cerchino di convincere i loro pazienti alla vaccinazione: sono loro i professionisti più vicini ai cittadini, che possono metterli in guardia di fronte ai rischi che corrono scegliendo di non vaccinarsi. Non possiamo pensare di uscire dalla pandemia del tutto e evitare ulteriore ondate senza una vaccinazione di massa, anche tra bambini e adolescenti, non appena sarà possibile: ora il vaccino Pfizer è utilizzabile dai 16 anni, ma le preadesioni sono possibili solo dai 18 anni, in attesa che si risolvano questioni burocratiche inerenti al consenso dei minorenni», spiega Veglio.

Benefici evidenti: tra i sei ricoverati a Verduno nessuno è vaccinato

I benefici dei vaccini sono sotto agli occhi di tutti: «I nuovi casi settimanali sono poche unità, di cui nessuno noto di variante Delta. I ricoveri Covid al Ferrero oggi (venerdì 18 giugno) sono 6, di cui nessuno in intensiva: si tratta di tutte persone non vaccinate, nemmeno con una dose. È vero che abbiamo registrato alcuni casi di reinfezione in vaccinati, ma con sintomi minimi o del tutto assenti. Senza dimenticarci che anche il vaccinato contagiato può potenzialmente trasmettere il virus, anche se senza sintomi: per questo, il distanziamento e la mascherina, soprattutto al chiuso, rimangono le regole fondamentali da non dimenticare», conclude Veglio.

Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba