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Azzardo: la proposta della Lega diventa legge, tornano le slot machine

Azzardo: la proposta della Lega diventa legge, tornano le slot machine
La protesta delle opposizioni dopo l'approvazione della nuova legge sul gioco d'azzardo

GIOCO D’AZZARDO  Il disegno di legge sul contrasto al gioco d’azzardo patologico è legge. Lo ha approvato oggi (8 luglio 2021) il Consiglio regionale del Piemonte.  Con la nuova norma resta di 300 metri la distanza minima tra sale da gioco, sale scommesse, spazi per il gioco e i luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri) nei paesi con meno di 5mila abitanti mentre per i Comuni più grandi la distanza minima è di 400 metri (prima erano 500). Una novità della legge piemontese prevede che gli esercizi che hanno tolto apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge del 2016 possono chiedere la reinstallazione, anche se sono avvenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio 2016.

L’approvazione è arrivata dopo numerose sedute del Consiglio regionale e decine di ore di discussione, con il voto favorevole di Lega e Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia ha garantito la presenza ma si è astenuta.

Alcune delle disposizioni erano presenti nel 2016. Vengono definite le fasce orarie da rispettare tassativamente: sale da gioco e sale scommesse dovranno interrompere le attività dalle 2 alle 10, gli spazi gioco dovranno restare chiusi dalle 24 alle 8 e nella fascia di uscita dalle scuole dalle 13 alle 15.

Tra le novità, in caso di nuove aperture (a cui sono equiparati l’installazione di nuovi apparecchi e il trasferimento in altro locale), non potranno essere posizionate slot nei locali di dimensione inferiore ai 25 mq, se ne potrà installare una in quelli tra 25 e 50 mq, e massimo due in quelli superiori a 50 mq.

La Regione Piemonte, si specifica all’articolo 10, considera l’assenza di apparecchi da gioco come elemento preferenziale per la concessione di patrocini, finanziamenti e benefici economici.

La prevede di rafforzare gli interventi di prevenzione contro il gioco patologico, con una particolare attenzione a giovani e studenti. I minorenni non potranno accedere a sale gioco e sale bingo in cui sono installati i video terminali e sarà vietato l’uso di apparecchi per il gioco. Il titolare sarà tenuto a identificare i minori chiedendo il documento di identità e l’uso delle slot sarà attivabile tramite codice fiscale o tessera sanitaria.

Le scuole primarie e secondarie predisporranno iniziative didattiche sui rischi del gioco, mentre in tutte le scuole – con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale – sono previste lezioni tematiche sul rischio di abusi del gioco online e su smartphone.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approverà il piano triennale di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio del gioco patologico, attraverso azioni di educazione, informazione e comunicazione. Nello stesso periodo la Giunta lancerà il concorso per realizzare il logo Slot, no grazie! dedicato alle scuole di secondo grado. Il logo verrà diffuso su tutto il territorio piemontese anche grazie alla giornata dedicata che vedrà coinvolte scuole, università e Asl.

La legge prevede azioni specifiche anche su usura, sovraindebitamento e infiltrazioni criminali: d’intesa con le Camere di Commercio verranno realizzate campagne di informazione e sensibilizzazione e verranno promossi protocolli d’intesa con prefetture e forze dell’ordine.

Nelle dichiarazioni finali tutte le opposizioni hanno ribadito la contrarietà al provvedimento, mentre chi è intervenuto della maggioranza ne ha confermato la necessità.

Movimento 5 stelle: «Giorno nero per  la legalità e per la democrazia»

Tra i primi a prendere posizione ci sono i consiglieri del Movimento 5 stelle che scrive in una nota: «La controriforma leghista sull’azzardo è stata approvata in Consiglio regionale. È un giorno nero per il Piemonte, per la legalità, per la democrazia. Una macchia indelebile sulla storia dell’ente e della politica regionale. I responsabili di questo scempio ben difficilmente potranno far dimenticare il disastro che hanno combinato ai danni della comunità piemontese. Lo smantellamento della buona legge regionale 9/2016 contro il gioco d’azzardo patologico rappresenta un assist alla criminalità organizzata ed una porta spalancata alla ludopatia. La Lega, con questa legge, condanna centinaia di cittadini e le loro famiglie a ripiombare nel tunnel dell’azzardo patologico, con evidenti ripercussioni anche sul servizio sanitario regionale. Una scelta scellerata, avvenuta sotto dettatura delle lobbies dell’azzardo e ignorando tutti i pareri contrari di associazioni, enti locali e forze dell’ordine che, durante le audizioni in commissione, hanno messo in guardia il legislatore dal modificare questa buona norma. Nonostante l’impegno profuso in aula, con una opposizione durissima, e nelle piazze con la raccolta firme #Fuorigioco, non siamo riusciti a vincere questa difficile battaglia. Non abbiamo nulla da rimproverarci, tuttavia non è ancora scritta l’ultima parola. Visti gli evidenti profili anticostituzionali della nuova norma, confidiamo in uno stop da parte della magistratura».

Marello (Pd): «Non finisce qui».

«Abbiamo lottato con passione e determinazione sapendo di essere dalla parte giusta; con il sostegno di tanti cittadini, amministratori, sindaci, associazioni, uomini e donne di chiesa a cui va il nostro grazie!», ha dichiarato il consigliere regionale Maurizio Marello del Partito democratico.

«I numeri però in democrazia contano. E la maggioranza di destra guidata dal presidente Cirio, forzando il regolamento consiliare e pur rischiando di andare in frantumi (4 astensioni dei consiglieri di Fratelli d’Italia e del consigliere della Lega Alessandro Stecco che non ha partecipato al voto) ha abrogato la legge 9/2016 sul gioco d’azzardo patologico. Lo aveva promesso in campagna elettorale e così ha fatto».

«Da domani le nostre città e i nostri paesi torneranno a riempirsi di slot machine come un tempo. Una scelta politica sbagliata contro il “bene comune” e per l’interesse delle lobby del gioco d’azzardo. Ma la battaglia non termina qui. L’articolo 10 dello Statuto regionale prevede, infatti, il referendum abrogativo di leggi regionali su iniziativa di almeno 50mila elettori, o di 3 Consigli provinciali, o di 10 Consigli comunali rappresentativi di un quinto degli elettori della Regione».

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