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Secondo Wine spectator il Barolo è l’ottavo vino al mondo

ENOLOGIA Ventitré: sono i vini italiani inseriti nella Top 100 2021 dalla rivista statunitense Wine Spectator, che stila una delle più influenti classifiche enologiche al mondo. Nel 2020 le etichette italiane erano diciannove, ancora meno nel 2019. Nel panorama mondiale i vini di Langhe e Roero si piazzano bene, ma per trovare la prima bottiglia prodotta nel Belpaese bisogna scendere fino al quinto posto.
Sul podio ci sono due cantine della Napa Valley, area viticola in California: Dominus estate di Christian Moueix al primo posto e al terzo il Cabernet Sauvignon della cantina Heitz.

La seconda piazza è toccata, invece, all’azienda Chateau Pichon Longueville di Pauillac, nella regione francese di Bordeaux. Una bottiglia del 2016 del Brunello di Montalcino “Le chiuse” è il primo prodotto italiano, in quinta posizione. Il miglior vino delle Langhe, in ottava posizione, è il Barolo “Bricco Boschis” dell’azienda Cavallotto di Castiglione Falletto. In quindicesima posizione il primo Barbaresco, il “Casot” del 2017, della cantina Giuseppe Nada. Pio Cesare porta la Barbera 2019 nell’olimpo dei vini, alla posizione 38: un riconoscimento dal valore particolare, a pochi mesi dalla scomparsa di Pio Boffa.

In quarantesima posizione c’è un altro Barolo: l’annata 2016 di Mauro Molino. Commentano i titolari dell’azienda, i giovani Martina e Matteo: «Siamo orgogliosi per il riconoscimento. È uno stimolo per il futuro». È tutta l’Italia a distinguersi: in classifica ci sono vini toscani, lombardi e veneti, oltre ai piemontesi; le novità sono le etichette sarde, friulane, emiliane, siciliane e campane. Il Belpaese esprime quasi un quarto fra i migliori vini al mondo.

m.p.

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