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Coldiretti: tutelare gli allevamenti se i macelli non ritirano i suini piemontesi

Peste suina africana, la Regione Piemonte: «servono l'attenzione dell'Europa e una nuova legge nazionale  per il contenimento della fauna selvatica»

TORINO Alcuni macelli hanno deciso di non ritirare, in via cautelativa, i suini provenienti dal Piemonte.

«È un’azione strumentale e  inaccettabile che danneggia, senza alcun fondamento, il lavoro e la professionalità dei nostri allevatori che con il loro impegno quotidiano contribuiscono in maniera determinante, con oltre 1,3 milioni di suini allevati, allo sviluppo delle filiere Dop», commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.

Alla luce del fatto che non ci sono stati casi di infezione tra i maiali allevati, ma la peste suina africana è solo stata accertata nei cinghiali, Moncalvo e Rdivarossa proseguono: «Questa decisione, che non ha motivazioni sanitarie, è in contrasto, oltretutto, con le disposizioni varate, a livello ministeriale e regionale, che consentono la libera movimentazione dei capi piemontesi, tranne ovviamente quelli rientranti nella zona infetta».

«Metteremo in campo, se la situazione non cambia, tutte le azioni possibili a tutela dei nostri imprenditori e nell’interesse dell’economia piemontese che non merita e non può accettare tali azioni completamente immotivate”.

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