Soft, hard and wierd things è il nuovo disco del musicista albese BlùSkaya

L'album, uscito a fine anno, è stato realizzato con una Korg Electribe Emx1, strumento per la produzione di musica elettronica

Soft, hard and wierd things è il nuovo disco del musicista albese BlùSkaya
Il musicista albese BlùSkaya.

MUSICA Sarebbe difficile immaginare un centro di aggregazione come il Cinema vekkio di Corneliano senza un sottofondo. Tra i vari musicisti che si sono succeduti, dal settembre 2015, mosso dalla passione per le sette note e dalla volontà di impegnarsi gratuitamente in progetti per la socializzazione dei giovani, dietro la consolle c’è l’albese Luca Ferrero, classe 1985, in arte BlùSkaya.

In occasione delle festività di fine anno è uscito il suo nuovo album, Soft, hard and wierd things. Disponibile per l’ascolto gratuito sul suo canale Youtube e su Sound cloud, contiene sedici tracce. Le prime sette sono di generi musicali tranquilli, come il reggae, la dub, il chillout. Dall’ottava alla tredicesima le sonorità sono più spinte e si passa dalla drum and bass alla tekno. Il finale è riservato alle sperimentazioni realizzate in collaborazione con Doc neo per creare dei pezzi noise. La parola inglese, letteralmente “rumore”, indica proprio un genere musicale basato sui suoni di ciò che ci circonda, dove sono usati radio, amplificatori malfunzionanti e sintetizzatori per creare nuovi componimenti.

La copertina dell’album Soft, hard and wierd things.

La particolarità del disco appena uscito è proprio l’essere stato realizzato con una grove box, ossia uno strumento per la produzione di musica elettronica, in questo caso la Korg Electribe Emx1. Spiega BluSkaya: «Per realizzare l’album ho scelto un approccio Lo-fi, che significa a bassa fedeltà. Questo vuol dire che tutte le parti sono state suonate dal vivo nello studio di registrazione di casa mia, come se mi trovassi nel mezzo di un concerto. Diversamente da altri, il computer l’ho usato soltanto per registrare e tagliare l’audio. Per quanto riguarda la Korg Electribe Emx1, si tratta di uno strumento molto usato nei rave e nel mondo della musica elettronica fin dai primi anni Duemila. Rende possibile l’impiego di nove suoni di batteria e cinque di sintetizzatori. Con questa grove box, che saltuariamente uso al Cinema vekkio, ho suonato, in passato, anche a Tallin. Il video dell’esibizione è presente sul mio canale Youtube, insieme a uno relativo al mio viaggio dalla capitale estone a San Pietroburgo. A gennaio, poi, ne uscirà un’altro, girato a Sambuco in valle Stura».

L’Emx1 è anche ritratta sulla copertina, realizzata, come tutte le parti grafiche a corredo dei brani, da Valentina Capobianco, con la quale BlùSkaya collabora da anni. «Tutto il disco è stato autprodotto in maniera totalmente autonoma. L’intento è cercare di mettere in discussione i discorsi del mainstream musicale e dell’industria discografica come chiave di omologazione musicale. Per me è importante stare lontano da questi circuiti, dove si finisce per creare un prodotto standard sempre uguale» conclude il musicista.

Davide Barile

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