La rassegna “grandArte 2022 Help – Humanity, Ecology, Liberty, Politics”: 36 mostre in 20 località della Granda, coinvolti oltre 200 artisti

Venerdì 18 marzo 2022 l'inaugurazione della personale di Enzo Bersezio "Il tempo, l’opera", presso l’Antico Palazzo di Città a Mondovì

La rassegna “grandArte 2022 Help - Humanity, Ecology, Liberty, Politics”: 36 mostre in 20 località della Granda, coinvolti oltre 200 artisti
Enzo Bersezio

ARTE/PROVINCIA GRANDA  S’intitola Help – Humanity, Ecology, Liberty, Politics la rassegna promossa da grandArte che, avviata con una anticipazione a dicembre del 2021, si svilupperà, durante tutto il 2022, sull’intera provincia: 36 mostre in 20 località, con il coinvolgimento di 27 curatori, oltre 200 artisti e la collaborazione di una trentina tra istituzioni e associazioni del territorio.

Un grande impegno collettivo che ha come primi protagonisti tanti soggetti uniti dalla convinzione che l’arte, oggi più che mai, possa essere necessaria per confrontarsi e ragionare sui più pressanti problemi che affliggono l’uomo contemporaneo e il pianeta su cui vive e che solo la cultura, attraverso la solidarietà e la condivisione, possa offrirci prospettive migliori di quelle che abbiamo di fronte.

Quando, tempo fa, si era deciso il tema di riferimento per la rassegna, non ci si poteva minimamente immaginare l’ulteriore follia umana che stiamo vivendo in questi giorni, in un momento in cui, tra l’altro, non è nemmeno ancora cessata quell’emergenza sanitaria che forse per la prima volta ci ha fatto toccare con mano come il destino di ciascuno di noi sia interconnesso con quello di ogni altro singolo individuo dell’intera umanità. Di fronte a queste esperienze viene sicuramente da domandarsi se non ci siano occupazioni più urgenti cui dedicarsi o addirittura se non sia il caso di rassegnarsi e darsi per vinti.

In realtà la risposta non può essere in questi termini e anzi la gravità delle situazioni che si devono affrontare deve essere stimolo per una rinnovata determinazione nel portare avanti, nel miglior modo possibile, ciascuno il proprio lavoro e nel nostro caso quello di sostenere e far conoscere ciò che arte e artisti possono consegnarci per migliorare questo nostro mondo.

Enzo Bersezio Il tempo, l’opera

Venerdì 18 marzo, alle 17.30, nell’Antico Palazzo di Città, via Giolitti 1, Mondovì, sarà la volta dell’inaugurazione della mostra personale di Enzo Bersezio “Il tempo, l’opera”.

I suoi legni, le sue strutture svettanti, i suoi strati di carte e numeri, i suoi tenui colori, il suo bianco non bianco, le sue corde nautiche, i suoi grigi metalli sono lì, davanti a noi e, da semplici e poveri materiali divengono elementi della nostra storia atavica, ci riportano a tempi immemorabili, a storie di viaggi in terre sconosciute ma al contempo note, assurgono a strutture sciamaniche, a protezione del nostro più intimo essere, in una continua contrapposizione tra antico e contemporaneo, tra moderno ed arcaico. (Marcello Corazzini)

Formatosi all’Accademia Albertina, Bersezio comincia ad esporre a fine anni Sessanta nella Torino dell’Arte Povera, iniziale ambito di riferimento per l’artista insieme alle correnti minimaliste e concettuali rilette in chiave antropologica e alla nuova facies della scultura internazionale che predilige l’installazione correlata all’ambiente, si serve di materiali poveri e forme essenziali (in Bersezio archetipiche, mitiche o arcaiche). Pazienza, sperimentazione creativa e una lenta lavorazione artigianale sono il suo modus operandi: carte e legni sono scrutati nelle trame, increspature e rughe della loro epidermide; l’amore per la materia lo trattiene da qualsiasi intervento violento: le carte accolgono numeri, lettere, frasi, simboli, i fogli si stratificano uno sull’altro sfruttandone trasparenza e sottigliezza; il chiarore diafano dei legni conferisce loro una lievità inaspettata come se le azioni dell’artista (levigare, intagliare, sbiancare) trasformasse la consistenza iletica in rarefatta sostanza, incanutita da un viaggio tra terra, mare, epoche; singoli o assemblati nello spazio, a volte appoggiati a parete, ospitano spaghi naturali o colorati, cordicelle nautiche, cilindri scrittorî, intrecci di lana, “ricami”, oltre a contrappesi strutturanti che risolvono la contesa tra forma e forza; essi diventano supporto per tracce di senso rivelatrici del confine tra preistoria ritrovata e attualità del vissuto, quel confine che Antoni Tàpies aveva inverato nei “muri” che -scriveva nel 1969- conservano la loro realtà senza nulla perdere della loro carica archetipa e simbolica. Anche la scelta della verticale è aspirazione a cogliere l’infinito irrappresentabile come dimostra l’onnipresenza dei numeri primi. (Fulvia Giacosa)

Enzo Bersezio vive e lavora a Torino ed è stato docente di Discipline Plastiche al Liceo Artistico Statale. Ha iniziato la sua attività espositiva a metà degli anni ‘60. Sue opere sono esposte in numerosissime collezioni pubbliche e private. La sua indagine artistica si è mossa in autonomia di intenti privilegiando un’idea di scultura minimalista, da considerare come sintassi espressiva strutturale, incentrata sul linguaggio delle forme archetipiche, come la scrittura o gli oggetti delle culture primitive. Attento e fantasioso manipolatore di materiali naturali, è giunto a concentrare le proprie indagini sul legno, che affiorano come memorie in superficie dalle profondità della materia. Innumerevoli sono le esposizioni personali e collettive che lo hanno visto protagonista durante tutti gli anni della sua intensa attività iniziata negli anni ‘60.

Banner Gazzetta d'Alba