Sommariva Perno: una lettera di Pro Natura sull’abbattimento dei cinghiali

Cinghiali: tutti gli Atc della Granda hanno presentato alla Regione i piani di abbattimento

SOMMARIVA PERNO La Federazione nazionale Pro Natura ha deciso di far ricorso al prefetto per un’ordinanza del sindaco di Sommariva di febbraio. Il testo concedeva l’abbattimento di cinghiali selvatici nel territorio comunale,  a tutela della pubblica incolumità, incaricando i locali cacciatori a svolgere interventi settimanali. Secondo l’associazione quest’azione costituirebbe un eccesso di potere del primo cittadino. Pubblichiamo il testo della lettera in cui l’associazione motiva la propria azione legale.

Fermato nei pressi della Casa di riposo di Sommariva Perno l'incendio di Maunera 1

  • La lettera di Pro Natura

Con l’ordinanza del 21 febbraio, il sindaco di Sommariva Perno aveva approvato l’abbattimento di cinghiali selvatici nel territorio comunale, a tutela della pubblica incolumità. Aveva anche incaricato i locali cacciatori dell’applicazione con interventi settimanali. La Federazione nazionale Pro Natura, pur riconoscendo la gravità della situazione per l’eccessiva proliferazione dei cinghiali e la necessità di interventi per arginare il fenomeno, ha presentato ricorso al prefetto di Cuneo, ravvisando violazioni di legge ed eccesso di potere.

Per quanto riguarda il controllo delle specie selvatiche il sindaco non ha competenze e il suo intervento può essere motivato solo dalla presenza di gravi pericoli. Ma nel caso in esame, non sono stati assolutamente dimostrati. La mancanza di qualsiasi istruttoria ha portato l’Amministrazione sommarivese a motivare la decisione con affermazioni prive di valore scientifico sulla base di ipotetici rischi. Data la mancanza di specifiche conoscenze sull’espansione delle infezioni nei confronti degli altri animali e dell’uomo, è singolare la motivazione secondo cui i cinghiali potrebbero veicolare malattie virali, batteriche e parassitarie pericolose.

L’utilizzo di braccate con cani operate dalle squadre dei cinghialai confligge con i provvedimenti regionali per la peste suina, che escludono queste modalità di intervento. Oltre a essere inutili per contrastare la diffusione della malattia, contribuiscono a disperdere gli animali e a estendere le aree il contagio. La cessione degli animali abbattuti ai cacciatori come rimborso per le attività svolte contrasta con le regole sull’alienazione del patrimonio dello stato, quale è la fauna selvatica. Inoltre, incentivano il mercato clandestino della carne di cinghiale, alimentando quei rischi sanitari che la stessa ordinanza dice invece di voler prevenire.

Interventi così impattanti sull’ambiente naturale, in periodo di nidificazione degli uccelli e di riproduzione di quasi tutte le specie selvatiche, possono determinare gravissime conseguenze sulla biodiversità degli ambienti coinvolti. Sono causa anche di pericolo per le attività umane che in stagione primaverile si intensificano. Ci aspettiamo ora una immediata cessazione di questi illegittimi interventi e il ripristino della legalità.

Federazione nazionale Pro Natura

 

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