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Bocelli e Romano parlano di talento alle scuole della Granda (VIDEO)

Bocelli e Romano parlano di talento alle scuole della Granda (VIDEO)
Paolo Giordano e Andrea Bocelli sul palco del palazzetto dello sport di Cuneo © Vacchetto

FONDAZIONE CRC Questa mattina, martedì 10 maggio, l’affollato palazzetto dello sport di Cuneo ha visto raccontarsi davanti ai duemila ragazzi delle scuole della Granda i cantanti Andrea Bocelli e Matteo Romano. Il tenore toscano e la promessa cuneese sono saliti sul palco dell’evento “La generazione delle idee”, promosso dalla fondazione Crc per i trent’anni dalla propria nascita, per parlare di come nasce il talento e di come deve essere coltivato insieme al giornalista Paolo Giordano. Alla manifestazione erano presenti il presidente della fondazione Crc Ezio Raviola, il presidente della Provincia di Cuneo, nonché sindaco della città, Federico Borgna e il presidente della Regione Alberto Cirio.

  • Le parole del presidente della Regione Alberto Cirio

Matteo Romano, reduce da un fortunato festival di Sanremo, che lo ha lanciato con la canzone Virale, ha espresso gratitudine e soddisfazione per come sta andando il proprio percorso. Il cantante cuneese, classe 2002, ha affermato: «È un onore essere vicino al maestro Bocelli e rappresentare il talento qui a Cuneo: credo che serva consapevolezza per lavorare al meglio e vivere la propria passione. Di avere un talento artistico l’ho sempre saputo fin da piccolino ed è un onore arrivare a poterlo condividere con tutti a quest’età».

  • Matteo Romano racconta il suo percorso artistico (Germano e Vacchetto)

Andrea Bocelli, storico tenore e cantante pop, ha parlato invece del talento come di un dono del cielo, che deve essere riconosciuto e coltivato, nonostante gli ostacoli che si presentano. Il toscano ha raccontato: «Il taalento è un dono come la bellezza, la salute, la forza, chi ce l’ha non può che ringraziare il cielo. Quando ero bambino mi facevano sempre cantare quando arrivavano i parenti, in chiesa mi facevano cantare e non ero mai il primo a essere scelto a calcio: da lì ho capito di avere talento. Sognavo di fare il pugile ma è andata meglio. La vita è una corsa e tutti abbiamo l’obbligo di dare il massimo di noi stessi. Se siamo stati creati a immagine e somiglianza del Creatore, anche noi  abbiamo ricevuto la creatività che deve essere ben indirizzata».

  • Andrea Bocelli canta l’inno d’Italia: è standing ovation

Poi il maestro si commuove pensando ai traguardi raggiunti, come il concerto a New York del 2019: «Fino a qualche anno prima ero un ragazzo di campagna con qualche problema da superare: quando ho cantato a Manhattan quel ragazzino mi ha fatto anche un po’ di tenerezza. Sono stati anni importanti che hanno dato frutti, considerando le difficoltà. Sono contento di aver incontrato tante persone di buona volontà che mi hanno sostenuto».

  • L’intervento di Andrea Bocelli (video di Vacchetto)

Lorenzo Germano

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