L’ospedale di Verduno cresce e quello di Cuneo storce il naso

Coronavirus, meno trapianti ma aumentano i consensi

SERVIZIO SANITARIO Torna la polemica tra Cuneo e Verduno, per il ruolo di ospedale hub della provincia. Questa volta a sollevare la reazione dei cuneesi è stata la notizia del prossimo avvio, al Ferrero, di due nuove strutture non esistenti fino ad oggi: chirurgia vascolare e chirurgia plastica, al momento appannaggio del nosocomio del capoluogo.

Una novità che sembra essere stata percepita come uno spostamento di competenze da un ospedale a un altro, a danno del ruolo centrale del Santa Croce e Carle.

A Cuneo, è in programma per il 13 maggio anche un incontro sul tema, dove la questione della nuova sede del Carle si unirà alle prospettive dell’organizzazione sanitaria in provincia, definite «poco lungimiranti per via del dimezzamento tra due strutture, anziché puntare su unico polo di eccellenza».  A organizzare il convegno, la deputata del Pd Chiara Gribaudo.

Dall’altro lato, c’è l’ospedale Ferrero, una strutturata in fase di crescita e con prospettive importanti, anche grazie agli investimenti effettuati con il sostegno della Fondazione Ospedale Alba-Bra.

Per l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, «sono polemiche del tutto strumentali, che si basano tra l’altro su valutazioni errate». E prosegue: «Per quanto riguarda chirurgia plastica e chirurgia vascolare, si tratta di due strutture semplici dipartimentali, che nascono dalla necessità di avere al Ferrero specialisti nei due rami in questione,  con riferimento a interventi in cui il loro ruolo è fondamentale. In quanto strutture semplici, non ci saranno nuovi primari e non è previsto alcun sdoppiamento: dal punto di vista funzionale, faranno riferimento all’hub di Cuneo, anche se saranno dipendenti dell’Asl Cn2».

In base a quanto spiega l’assessore, i cuneesi avrebbero preferito un altro modello: «Avrebbero voluto mantenere le due specialità accentrate a Cuneo, come dipendenti dell’Aso, per poi distaccare gli specialisti a Verduno in caso di bisogno. Sono due modelli che coesistono ovunque  e il cui risultato è il medesimo, perché in entrambi i casi i medici si sposteranno tra le due Asl, come prevede la convenzione: non comprendo perché, in questo caso, si sollevi questa polemica».

Sul ruolo di ospedale centrale della provincia, Icardi risponde così: «Nessuno vuole togliere questo ruolo a Cuneo, per il quale abbiamo peraltro messo in campo investimenti molto importanti. Ma è altrettanto fondamentale migliorare i servizi ai cittadini dell’Asl Cn2, grazie alla crescita del Ferrero, dove abbiamo dotazioni tecnologiche di primissimo piano: non sfruttarle al massimo equivarrebbe a un danno per l’intera comunità».

Francesca Pinaffo

 

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