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La commemorazione di Michele Coppino con il ministro Bianchi (VIDEO)

La commemorazione di Michele Coppino con il ministro Bianchi (VIDEO)
Il ministro Patrizio Bianchi

ISTRUZIONE Si è tenuta oggi, martedì 31 maggio, alle 12.30 la Commemorazione per i duecento anni dalla nascita di Michele Coppino. L’incontro, che si è svolto al teatro sociale Busca nella sala storica Torta Morolin, ha visto la partecipazione dell’attuale ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.

  • Qui sotto riportiamo l’intervista allo storico Gianfranco Bandini in cui si discute la figura storica del politico albese.

Michele Coppino, dimenticato perché era massone

Per approfondire la figura di Michele Coppino, Gianfranco Bandini, storico della pedagogia all’Università di Firenze e autore di ricerche sull’attività ministeriale dell’albese, rimane una delle voci più autorevoli.

Per quale motivo la figura di Coppino è stata quasi dimenticata?

«La damnatio memoriae scesa su di lui va ricondotta alla sua appartenenza alla massoneria, come d’altronde tutti i ministri dell’istruzione dell’epoca. L’argomento, in Italia, è ancora imperniato di pregiudizi, anche a causa di una ripetuta condanna della Chiesa. I massoni erano considerati atei, ma in realtà erano deisti: credevano in un Dio architetto dell’universo che non si intrometteva negli affari dell’uomo. La massoneria italiana, in particolare, aveva una forte connotazione anticlericale. Questo perché i rapporti tra Stato e Chiesa consentivano intromissioni nei codici di legislazione, in particolare quello penale: basti pensare a peccati, come la bestemmia, divenuti reati. Nell’Ottocento la massoneria traeva origine dagli ideali di razionalità dell’Illuminismo. Era una società segreta, ma in quei tempi anche trovarsi in casa per leggere la Bibbia poteva dare problemi. Il fenomeno va contestualizzato nel periodo storico. In seguito, in Italia, Mussolini combatté ferocemente la massoneria. Negli anni, poi, sono sorte commistioni con ambienti di corruzione e potere. Restano comunque alcune idee presenti nella società, anche se molti non ne conoscono l’origine».

Gianfranco Bandini

Perché fu osteggiata la legge sull’obbligo scolastico?

«Tra i suoi ideali, Coppino aveva la concezione della scuola gratuita e laica; con la legge del 1877 aumenta l’obbligo da due a tre anni. Alcune polemiche sorgono per il fatto che, in questo modo, si tolgono braccia ai lavori in campagna. Ma l’ostilità della Chiesa è dovuta principalmente all’impostazione laica: nel testo, Coppino cita le materie di insegnamento senza citare la religione cattolica. In alcuni Comuni, per esempio in Emilia, è interpretato come un via libera a non insegnarla più. Inizia un lungo braccio di ferro, con ricorsi anche al Consiglio di Stato. Si arriva, nel 1907, alla mozione Bissolati: il deputato socialista chiede l’abolizione dell’insegnamento religioso, ma il Parlamento non approva. Lì inizia la parabola discendente delle misure di Coppino, morto sei anni prima, fino ad arrivare ai Patti lateranensi del 1929».

Coppino non prese una posizione netta a riguardo.

«Invece di proibire l’insegnamento della religione, Coppino si limita a non citarla: alla fine era un moderato. Per questa decisione, La civiltà cattolica lo definì “il sinistro Coppino”. Ma gli insulti arrivarono anche dai fratelli massoni, che lo consideravano troppo morbido e in cerca di un accordo. In realtà, era un personaggio capace di mediazione. Aveva previsto multe salatissime per i contravventori dell’obbligo, ma poi la sanzione divenne simbolica e l’applicazione difficile. L’assetto dell’istruzione privata non è modificato da Coppino ma da Casati, il quale introduce l’obbligo di sostenere un esame nei licei pubblici per la validazione dei titoli. Tale situazione sarà superata da Croce e Gentile, che introdurranno un esame di maturità con la commissione esterna per tutti».

Che rapporto ebbe Coppino con la città natale?

«Ad Alba fu molto amato e rieletto fino alla morte. Si dedicava anche in ambito locale alle attività politiche ed era molto capace a tessere relazioni. Probabilmente ricevette voti anche da chi aveva dubbi sulle sue idee ma si fidava della persona».

Quali altre leggi propose?

«Nel 1887 promosse la norma per la salvaguardia della zona archeologica della capitale. Oggi lo diamo per scontato, ma quello fu uno dei primi interventi riguardanti il problema del patrimonio artistico dello Stato».

Davide Barile

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