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Razom, il comitato albese per l’Ucraina

Razom, il comitato albese per l'Ucraina

INIZIATIVE Nato il 20 aprile, è pronto a entrare in azione. Si tratta del comitato Razom, che in ucraino significa «insieme». Un nome che racchiude il senso di un progetto partito da tre giovanissimi dell’Albese, che hanno deciso di unire le forze per l’Ucraina. A oltre due mesi dall’inizio dell’invasione russa, con oltre 5 milioni di persone in fuga dal Paese, è sempre più evidente il senso di smarrimento di un popolo che vede le proprie città distrutte e fatica a immaginare il futuro. È questa la direzione in cui si muove il progetto, come spiega Edoardo Bosio, da cui è partito tutto: «Siamo consapevoli che quanto potremo fare sarà una goccia nell’oceano, ma siamo determinati nel donare un po’ di speranza».

Ventitreenne di Guarene, studente di giurisprudenza e presidente di FuturAlba, Bosio a marzo è partito per una missione umanitaria al confine con la Polonia. Dopo aver consegnato farmaci e altri beni di prima necessità, insieme ai compagni, ha portato in Italia alcune donne, con i loro bambini. «La bimba più piccola si chiama Violetta ed quest’ultima mi ha chiesto informazioni sulla procedura necessaria per ottenere la cittadinanza italiana. Fino a quel momento ero convinto che gli ucraini volessero tornare a casa, una volta finita la guerra. Olena mi ha spiegato, invece, che per lei non c’è alcuna aspettativa per il futuro. Sono rimasto senza parole; è stata quella la molla che mi ha spinto a cercare di attivare un progetto più ampio, rispetto agli aiuti del momento», aggiunge Edoardo.

Razom, il comitato albese per l'Ucraina 1Dall’idea alla creazione del comitato Razom il passo è stato breve. E l’obiettivo è chiaro: raccogliere più fondi possibile da destinare alla ricostruzione di una città ucraina distrutta dalla guerra. «Vorremmo destinare i fondi a una realtà simile ad Alba, per popolazione e caratteristiche. Anche perché, come secondo passo, proporremo il gemellaggio. Stiamo pensando a Bucha, vittima di un grave massacro di civili. Sono immagini che  hanno ricordato le esecuzioni che il nostro territorio ha vissuto durante la Seconda guerra mondiale». Edoardo ha già preso contatto con alcuni membri delle istituzioni cittadine, tra cui Oleg Ivanovich, assessore all’istruzione, delegato ai rapporti internazionali. «Abbiamo avuto una breve conversazione, per sondare il terreno. Prima di formalizzare la collaborazione, vogliamo capire la situazione. Pensiamo d’individuare, tramite le autorità locali, i luoghi da ricostruire subito. Per esempio, ospedali, scuole o altri enti importanti a cui sarà utile la nostra solidarietà.

Nel frattempo, dopo la registrazione del comitato, è stato formalizzato il direttivo: oltre a Edoardo nelle vesti di presidente, Davide Rosso (24 anni, albese) ha assunto il ruolo di vice e Romina Xuna (20 anni, di Montà) quello di segretaria. Prosegue il presidente: «In Razom sono già entrati altri giovani, con i quali abbiamo iniziato a definire i vari aspetti». In primo luogo, le modalità con cui raccogliere i fondi: saranno attivati un Iban, ma anche una campagna di crowdfunding, oltre a banchetti a cui si potrà accedere di persona. Il primo è in programma per la mattinata di sabato 7 maggio, dalle 10 alle 12.30, in via Cavour ad Alba. «Oltre alle donazioni da parte di privati, puntiamo a coinvolgere le associazioni cittadine e i filantropi di Alba, Langhe e Roero. Vorremmo anche organizzare incontri; inoltre, abbiamo in programma una riunione con il sindaco di Alba, Carlo Bo, per cercare di avviare una collaborazione».

Per quanto  riguarda la comunicazione, Gazzetta d’Alba e Radio Alba hanno già aderito come media partner. L’identità grafica è stata creata da Umberto Kornaglia e Pierre Brunet di Fiorellino studio. Il comitato Razom sarà anche presente sui social network con la propria pagina, in modo da comunicare le iniziative e le modalità di donazione. Nel frattempo, è  possibile avere informazioni scrivendo all’indirizzo e-mail comitato.razom@gmail.com.

Francesca Pinaffo

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