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Senza bus dall’ospedale

Il bus che da Alba arriva al nuovo ospedale di Verduno
Il bus che da Alba arriva al nuovo ospedale di Verduno

SERVIZIO PUBBLICO Il tema lo ha sollevato, durante il Consiglio comunale di fine aprile, il consigliere William Revello. Per le persone che arrivano in pronto soccorso all’ospedale Ferrero in ambulanza e vengono dimesse nel corso della notte oppure fuori dagli orari previsti per le corse dei bus verso Bra e Alba, non è semplice sapere come orientarsi per tornare a casa. A maggior ragione se si tratta di anziani o di persone con scarsa possibilità di mobilità, tanto che in questi casi il personale decide di ritardare le dimissioni fino al mattino seguente.

Dall’ospedale verso Alba, nei giorni feriali, gli autobus della linea urbana 8 viaggiano tra le 5.55 e 23.25 con venti corse e fermate a Roddi, San Cassiano, stazione ferroviaria e piazza Garibaldi ad Alba. Da Verduno verso Bra c’è la linea 1 della conurbazione che attraversa Pollenzo e Macellai approdando al Movicentro. Tra le 6.55 e le 23.26 le corse nei giorni feriali sono 18. Al sabato le corse scendono a una decina mentre alla domenica i viaggi di andata e ritorno sono appena cinque.

Le storie non mancano, come quella che riporta un’albese, che al pronto soccorso ha incontrato una conoscente anziana, arrivata in ospedale in ambulanza insieme al marito disabile: «Dimesso il marito in tarda serata, era molto disorientata e preoccupata, perché non sapeva come tornare a casa. Le corse dei bus erano terminate e in ogni caso non sarebbe stato facile per loro prendere un pullman, viste le tante ore passate in pronto soccorso e la fatica fisica. Con mio marito, abbiamo offerto loro il nostro aiuto, ma ci siamo resi conto del problema: forse un giovane non automunito avrebbe pensato a un taxi, cercando semplicemente il numero sullo smartphone, ma per un anziano non è immediato. In più, abbiamo trovato l’ambiente ospedaliero abbastanza disorientante: ad Alba, all’accettazione del pronto soccorso, erano presenti volontari che davano una risposta efficace da questo punto di vista, soprattutto per le persone sole o in difficoltà».

Abbiamo chiesto un riscontro a Massimo Veglio, direttore dell’Asl Cn2: «Abbiamo preso atto della questione sollevata dal consigliere Revello: da una piccola indagine interna, è emerso che non sono moltissimi i casi di persone che non sanno come tornare al domicilio una volta dimesse, ma in ogni caso è un problema da affrontare, anche se non compete strettamente all’ospedale. Come prassi, in questi casi, le persone non vengono lasciate sole, ma piuttosto si protrae la permanenza al pronto soccorso».

Diversa la questione del volontariato: «Era un servizio importante, che al Ferrero manca: da un lato la pandemia ha bloccato tutti questi progetti, per ragioni di sicurezza, e dall’altro lato è più difficile trovare persone che vengano continuativamente a Verduno. In questo momento, con la fondazione Ospedale Alba-Bra, stiamo lavorando per creare una squadra di volontari e rimettere in pista questo servizio».

 Francesca Pinaffo

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