Un progetto e tante arti per raccontare Cesare Pavese e l’amicizia

Un progetto e tante arti per raccontare Cesare Pavese e l'amicizia
Claudio Lorenzoni a Brancaleone, nella stanza in cui soggiornò Pavese

PROGETTO THE WAY Si è conclusa il 16 luglio la maratona in solitaria intrapresa da Claudio Lorenzoni in Calabria per ricordare Cesare Pavese. Dal letto dell’hotel Roma di Torino a quello natale di Santo Stefano Belbo il progetto #theWay è arrivato fino a quello del confino di Brancaleone. Il tema dell’amicizia, caro all’autore di Langa, è stato il filo conduttore di un progetto più ampio, sviluppato in modo diverso da Claudio, Valentina Cei, Maria Mesiano e Lorenzo Germano, giornalista della Gazzetta. Nello specifico, Lorenzoni, in seguito a una particolare interpretazione dei testi dell’autore, ha percorso correndo la distanza dal paese di Ardore, dove visse per un periodo con un amico scomparso l’anno scorso, fino a Brancaleone.

Maria Mesiano, fotografa, si è concentrata sull’incipit dell’opera Il Carcere indagando la quarta parete della sua prigione tra gli abitanti di Brancaleone. È toccato a Lorenzo Germano riflettere sull’amicizia tra Cesare Pavese e  Pinolo Scaglione, rapporto che, nonostante la lontananza, ha dato molti importanti frutti letterari. Valentina Cei, invece, ha indagato il tema a partire dalla riflessione di Molly Bloom: «e loro la chiamano amicizia ammazzarsi e seppellirsi a vicenda».

Il 31 luglio, in occasione della quinta tappa del progetto (come la quinta muta che si riferisce all’ultimo stadio larvale del baco prima di divenire falena) si chiuderà il cerchio.Gli artisti chiamati in causa faranno combaciare gli estremi.  Claudio Lorenzoni, ispirandosi alla Luna e i falò, percorrerà i 50k della Ultra del Turchino con partenza da Ovada e arrivo a Genova.  Il suo sarà un viaggio poetico, e di corsa, nell’uomo e nell’oggi, una riflessione necessaria sul contemporaneo, sul nostro tempo, sulle nostre utopie e sugli ideali su cui una generazione ha costruito la propria vita e il proprio modo di essere. Valentina Cei nella notte tra il 31 Luglio e il 1 Agosto, scriverà per chiudere il cerchio aperto un anno fa: Penelope che disfa il telaio mentre Ulisse intravede Itaca dietro l’orizzonte, porrà fine al viaggio del bandito, rendendolo libero di tornare a sé: vivo e morto, diverso eppure immutato. Gianpaolo Demartis osserverà lo scioglimento del telaio (realizzato da Cei-Penelope-Molly durante la maratona del 28 Maggio) fissandone la sparizione come unica memoria del suo essere esistito.

Il loro viaggio, come quello di Pavese, sarà un “tornare a casa”.  Un tornare a casa e ritrovarsi cambiati, tornare a sé stessi e salutare chi è stato altro da noi. Parallelamente alla performance Bruno Biddau e il collettivo Clito creeranno due opere ad hoc. Il primo lavorerà fotograficamente sull’insetto per eccellenza notturno: la falena. Il secondo realizzerà un manufatto dedicato al “banditismo”.

Elisa Rossanino 

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