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Compravendite al palo delle nocciole di Langa

Nocciole: alla fiera di Castagnole nessun accordo sul prezzo 2

MERCATO Sette euro il punto resa: è il prezzo annunciato ai produttori, nei giorni scorsi da Piergiorgio Mollea, titolare di Nocciole Marchisio a Cortemilia. Il trasformatore ha mantenuto una linea coerente con le quotazioni annunciate, il 29 agosto a Castagnole delle Lanze: «Non è un prezzo elevato, ma è anche vero che le retribuzioni al quintale dipendono dalle rese delle partite e dalle quantità. Abbiamo deciso di approcciare il mercato con questi valori perché al momento non ci sono grandi richieste da parte degli acquirenti e stiamo verificando la qualità dei frutti conferiti dai diversi areali, specie in termini di frutti sotto calibro. Il problema interessa in misura minore la Langa».

Le risposte dal mondo agricolo non si sono fatte attendere: le partite sono state cedute, al prezzo proposto, nei giorni scorsi. «I produttori hanno iniziato a vendere», spiega Mollea. «In magazzino abbiamo più di 500 tonnellate di merce, affidataci per le operazioni di pulizia, in attesa di venir venduta. Il 19 settembre forniremo alla Camera di commercio i dati sui quantitativi acquistati».

L’annuncio dell’avvio alle compravendite è un caso isolato: a più di dieci giorni dalla Fiera di Castagnole, non c’è ancora un prezzo ufficiale per la tonda gentile. A comunicarlo è la Camera di commercio di Cuneo che, nella seduta del 5 settembre ha rilevato l’assenza di scambi sufficienti sui quali basare la stima del prezzo, emessa periodicamente per le nocciole come per gli altri prodotti agricoli. Fabio Canova, sgusciatore titolare di La gentile di Contermilia fa parte della commissione incaricata del rilevamento: «Se ne riparlerà il 19 settembre, giorno in cui torneremo a riunirci. Vedremo se il volume degli scambi avrà raggiunto i livelli minimi indicati per ritenere significative le valutazioni». A causare l’impasse la mancanza di un accordo fra produttori e utilizzatori: lo stallo tuttavia è preoccupante: «Se le sgusciatrici sono ferme, così non è per i grandi acquirenti: gli industriali stanno soddisfacendo le loro richieste su altri mercati. Di questo passo rischiamo che le nostre nocciole divengano un prodotto di lusso; potremo scordarci di piazzare i 350mila quintali di prodotto ai quali si prevede di arrivare, nei prossimi cinque anni, con i nuovi impianti».

L’incertezza dell’annata spinge alla cautela anche gli artigiani: «Un cliente che acquistava un centinaio di quintali in piccole partite ci ha comunicato di voler attendere. È comprensibile, visto che le nocciole napoletane sono disponibili a tre euro in meno il punto resa». Il divario di prezzi, rispetto alle altre origini italiane, è un fatto relativamente recente: «Negli anni Novanta oscillava fra le 30 e le 50 lire, a inizi anni Duemila attorno ai cinquanta centesimi, oggi è a tre euro». Lo stesso è accaduto con la fluttuazione annuale delle quotazioni, fra settembre e giugno: «Lo scorso anno siamo partiti da otto euro il punto resa e siamo arrivati a dodici. L’industria non può permettersi questi sbalzi, programmando per un intero triennio gli acquisti, per questo si orienta altrove».

Flavio Benvenuto, titolare di un’azienda specializzata, a Cortemilia, nella commercializzazione di nocciole a marchio Igp (denominazione della quale ha ritirato, nel 2021, 17mila quintali), condivide l’analisi di mercato: «Noi abbiamo ritirato, sulla fiducia, 1.500 quintali dai fornitori storici ma non ci siamo ancora mossi. L’impressione è che i contadini preferiscano la concretezza dei 300 o 320 euro il quintale rispetto all’utopia dei 400 euro circolate: la qualità, in ogni caso, è migliore di quanto ci attendessimo». Lo sgusciatore esclude possano verificarsi impennate nella quotazione: «Difficilmente andremo molto oltre i sette euro: con i dodici dell’anno scorso siamo andati fuori mercato». Anche fra i piccoli artigiani, clienti della sua azienda prevale «la volontà di non esporsi, per l’incertezza del momento e le quotazioni concorrenziali delle altre denominazioni delle nocciole turche».

 Davide Gallesio

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