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Elezioni politiche 2022: i commenti di Alberto Cirio e Maurizio Marello

La destra ha vinto, ora deve governare
Di Vox España - CPAC 2022 con Hermann Tertsch y Victor Gonzalez

Alberto Cirio: ho fiducia in Giorgia Meloni

IL COMMENTO Soddisfatto. Lo è un Alberto Cirio sorridente, che rivendica un risultato superiore alle aspettative per il suo partito, Forza Italia: «Abbiamo ottenuto ottimi consensi in Piemonte e in tutto il Nord-ovest», anche se ad Alba – proprio la città del presidente della Giunta regionale piemontese – al primo posto si è piazzato Fratelli d’Italia e Matteo Salvini non ha fatto certo cappotto né in Piemonte né in Italia perché, parola di governatore, «ha pagato la scelta di responsabilità di fare parte del Governo di Mario Draghi».

Il centrodestra ha comunque chiaramente vinto le elezioni con quel 44% di consensi al cui interno brilla il 26% del partito di Giorgia Meloni. Prosegue infatti Cirio, orgoglioso del proprio ruolo nell’avere determinato i consensi ricevuti dagli azzurri in Piemonte: «Il centrodestra ha condotto un’ottima campagna elettorale e ha ottenuto dai cittadini un mandato forte per governare il Paese, mentre il mio partito si consolida su percentuali più elevate delle aspettative. Ora, però, archiviate le elezioni, è il momento della responsabilità e di pensare seriamente al Paese. Esistono una serie di emergenze da affrontare, dalle tensioni legate all’energia per le imprese a quelle del pagamento delle bollette per i privati all’occupazione. Sono questi i problemi dei piemontesi e degli italiani, su cui abbiamo investito in campagna elettorale e anche adesso».

Confartigianato Cuneo ha presentato il suo bilancio sociale 4
Alberto Cirio

Cirio aveva peraltro affondato su questo tasto nei giorni precedenti le elezioni di domenica 25. Lo dicono le sue dichiarazioni a margine dell’inaugurazione di Terra madre-Salone del gusto di Torino, quando aveva spiegato: «Il centrodestra si differenzia dalla sinistra perché parla dei problemi veri della gente. Mi sento di dire a Giorgia Meloni di continuare la campagna elettorale che sta facendo, vicino ai problemi reali delle persone, così come si stanno muovendo Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il centrodestra sta crescendo perché parla delle grandi incognite che sono l’occupazione, la bolletta del riscaldamento, i timori del panettiere che da 800 euro di energia elettrica si trova a sborsarne 3.200 e rischia di chiudere un’attività che ha in piedi da 40 anni e che ha già superato le difficoltà del Covid-19. I nostri temi sono questi. Tutto il resto sono alchimie della politica che non interessano i cittadini. In questo Giorgia Meloni è stata bravissima e sono contento che continui in questa direzione».

Indubitabilmente vinta la sfida elettorale, dunque, ora il Governo di centrodestra che si profila, ad avviso del presidente sabaudo «sarà amico del Piemonte, perché abbiamo sensibilità e progettualità comuni da sviluppare. Per questo sono felice e fiducioso, anche se viviamo in un periodo storico difficile e insidioso come l’attuale».

E a chi gli fa notare le non poche remore – su cui ha premuto il Pd di Enrico Letta in campagna elettorale – circa la posizione internazionale della leader di Fratelli d’Italia, Cirio non ha dubbi ad assicurare: «Saremo ancora noi di Forza Italia a garantire l’ancoraggio europeo del Paese. Non abbiamo avuto problemi a differenziarci dagli alleati sul tema legato all’Ungheria, perché crediamo nei valori dell’Unione. Lo stesso esito del voto di domenica ci dice che gli elettori moderati hanno affidato agli azzurri questo ruolo. Peraltro, confido nelle capacità di Giorgia Meloni anche in quanto donna. Sono certo che porterà al Governo sensibilità nuove, da unire alla nostra volontà di fare sintesi».

Maria Grazia Olivero

Per Marello ha vinto la destra-destra, mentre il centrosinistra ha pagato le sue divisioni

Cuneo rimane zona rossa fino al calare dei contagiGli italiani hanno scelto la destra. Un risultato netto, amplificato quanto al numero di seggi conquistati, dal meccanismo della legge elettorale che nel 37 per cento dei seggi uninominali premia le ampie coalizioni. Legge che la destra ha interpretato alla perfezione, mettendo da parte le differenze e presentando ovunque candidati comuni. Mentre il centrosinistra, al contrario, l’ha interpretata nel peggiore dei modi, ovvero andando ovunque diviso.

Su tutti svetta il risultato di Fratelli d’Italia che passa dal 4% del 2018 al 26% di oggi. Un voto che ha “svuotato” gli altri alleati, in particolare la Lega, che crolla al 9%.

Significa che il centrosinistra paga severamente le divisioni e l’incapacità di dare prospettive e speranze a un Paese stanco e impaurito. Il Partito democratico ottiene un risultato deludente, attestandosi sotto il 20%, il Movimento 5 stelle dimezza i voti rispetto al 2018, passando dal 33 al 15%, mentre il Terzo polo non sfonda, restando sotto la soglia ipotizzata del 10%. Una situazione inedita per L’Italia. Infatti, mai era accaduto dal Dopoguerra che la “destra-destra” erede della tradizione postfascista andasse al Governo, guidando la propria coalizione e conseguentemente il Paese.

Ora si tratta di governare. La maggioranza c’è ma anche i problemi non mancano: dopo la “ricreazione” e le promesse mirabolanti della campagna elettorale il nuovo Esecutivo è atteso innanzitutto dall’urgenza di varare la manovra finanziaria e di affrontare il caro bollette, insostenibile per famiglie e imprese. Sul fronte internazionale c’è da affrontare lo snodo delicato della guerra in Ucraina e del ruolo del nostro Paese in Europa, senza dimenticare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per il campo progressista invece sarà il tempo di fare una seria opposizione, determinata e costruttiva. Tempo di ricostruzione e rifondazione a partire dal Partito democratico, che dovrà ritrovare una sintonia con la gente, partendo dai problemi e dalle questioni del momento.

Un ultimo tema riguarda gli equilibri nel centrodestra a livello nazionale ma anche piemontese. L’affermazione del partito di Giorgia Meloni, infatti, mette in un angolo la Lega di Salvini e Forza Italia, che fino a ieri l’avevano fatta da padrone all’interno della coalizione.

Vedremo che cosa accadrà. Intanto con il 63,91% di votanti siamo in presenza della più bassa affluenza alle urne della storia repubblicana, 10 punti in meno del 2018. Gli astenuti sono il primo partito con il 36%. Anche questo preoccupante dato deve fare meditare tutti, vincitori e vinti.

 Maurizio Marello, consigliere regionale del Partito democratico

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