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La destra ha vinto, ora deve governare

La destra ha vinto, ora deve governare
Di Vox España - CPAC 2022 con Hermann Tertsch y Victor Gonzalez

IL COMMENTO Il dato più evidente, ma anche il più allarmante, è la grande astensione degli italiani al voto: attorno al 36%. La più alta in assoluto tra tutte le elezioni politiche in Italia. Il “partito dell’astensione”, in progressiva crescita da anni, ormai è il primo partito in Italia. Un dato da non trascurare o sottovalutare, perché è un segno manifesto della crescente sfiducia dei cittadini verso la politica in genere e dei partiti in particolare.

Complice una incomprensibile e sciagurata legge elettorale il Rosatellum, che, come le precedenti Mattarellum, Italicum, Porcellum (nomen omen!), ha tolto agli elettori la possibilità di scegliersi i propri eletti in una lista più ampia di candidati. Una vera e propria espropriazione ai danni dei cittadini, cui converrà porre rimedio quanto prima, con una legge condivisa e regole del gioco ben chiare e uguali per tutti. Senza bizantinismi. Ponendo fine alle liste bloccate e al voto “obbligato” che si sbarra “turandosi il naso”. Così come va recuperato il rapporto essenziale tra gli elettori, gli eletti e il territorio di appartenenza, con una nuova legge elettorale che permetta di governare saldamente per l’intera legislatura.

L’altro dato evidente è la netta vittoria del centrodestra, di Fratelli d’Italia in particolare con la sua leader Giorgia Meloni, che nel giro di pochi anni ha portato il partito dal 4% all’attuale 26%, surclassando e doppiando i due stessi partiti della coalizione, Forza Italia e la Lega, che si attestano ognuno attorno all’8%. Le destre tornano al Governo del Paese con un partito postfascista; e per la prima volta una donna, Giorgia Meloni, sarà alla guida dell’Italia come presidente del Consiglio.

E tutto ciò grazie a una coalizione, quella di destra, che s’è mostrata unita e pragmatica in vista delle elezioni. Anche se governare sarà ben altra cosa, considerate le differenze di programma su questioni fondamentali: dal rapporto dell’Italia con l’Europa e gli Usa alle alleanze con l’Ungheria di Orban e i partiti di estrema destra come Vox in Spagna e di Marine Le Pen in Francia. Le dichiarazioni rassicuranti di Meloni in campagna elettorale quanto riscontro avranno all’atto pratico ora che il potere è stato conquistato?

Per non dire delle ambigue posizioni nei confronti della guerra in Ucraina e della Russia di Putin. Allucinanti, poi, le dichiarazioni di Berlusconi a giustificazione della folle guerra di Putin contro gli ucraini, che fanno il paio con le deliranti parole del patriarca di Mosca Kirill, che garantisce il Paradiso ai soldati russi che si arruoleranno e moriranno per la patria russa.

Su immigrazione, tasse e reddito di cittadinanza non sarà facile trovare un accordo tra i partiti del centrodestra. Travagliata sarà anche la composizione del Governo, con un Salvini in profonda crisi, azzoppato dalla sua stessa politica ondivaga e delirante, e una Lega da “desalvinizzare”, che ha perso ogni primato nelle regioni del Nord; e con un Berlusconi rivitalizzato da qualche percentuale in più rispetto alle previsioni, che vorrà far pesare la sua pluriennale esperienza di presidente del Consiglio.

La sinistra, da parte sua, perpetua la vocazione al masochismo e alla parcellizzazione, incapace in queste elezioni di un’alleanza competitiva e vincente (il famoso “campo largo”). Per rimediare ai deludenti risultati (sotto il 20%), al Pd non basterà semplicemente mandare al macero l’ennesimo presidente del partito, Enrico Letta, ma dovrà ritrovare una sua precisa identità, con programmi e obiettivi ben netti, più vicini agli interessi dei cittadini.

Degli altri partiti, in breve, l’avventura di Renzi e Calenda s’è rivelata alquanto velleitaria e presuntuosa: il Terzo polo ora è al quinto o sesto posto. Sorprese, invece, potrebbe riservare il camaleonte Giuseppe Conte (il principale responsabile della caduta del Governo di Mario Draghi), ora leader indiscusso dei 5 stelle e più populista dello stesso Beppe Grillo. Svanita nel tempo l’immagine istituzionale che s’era dato al Governo.

Qualche postilla finale: a) è strano che i partiti “irresponsabili” che hanno scalzato Draghi, premiato come lo statista dell’anno negli Usa, non abbiano pagato pegno, ma siano stati premiati dagli elettori, con la sola eccezione della Lega; b) i cattolici, quasi del tutto assenti e afoni in questa competizione, dovranno interrogarsi sul loro ruolo nel Paese; c) ai vincitori, qualora ce ne fosse bisogno, andrebbe ricordato che l’articolo 1 della Costituzione non recita soltanto che «la sovranità appartiene al popolo», ma anche che essa va esercitata «nelle forme e nei limiti della Costituzione».

 Antonio Sciortino

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