Settant’anni fa nasceva l’Uncem. Il presidente Bussone: è stata fatta molta strada

Marco Bussone è stato confermato presidente nazionale dell'Uncem
Il presidente nazionale dell'Uncem Marco Bussone.

ENTI LOCALI Il 20 novembre 1952 nasceva l’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni e degli Enti montani. A dare vita, 70 anni fa all’associazione, furono gli amministratori di 241 Comuni e di 26 Province della montagna italiana, radunatisi a Roma dopo un primo incontro preparatorio svoltosi a Firenze il 21 ottobre. Il primo congresso si svolse a Roma nel maggio del 1954 nella capitale, con l’intervento di ben tre ministri di allora: Fanfani, Vanoni e Medici.  Primo Presidente, dal 1954 al 1963 fu Giovanni Giraudo. Centinaia i sindaci e gli amministratori locali impegnati in sette decenni negli organi dell’associazione.

«Dopo 70 anni, posso dire, guardando con ammirazione e grande stima chi mi ha preceduto e anche a chi non è più con noi, che di strada ne è stata fatta molta», evidenzia Marco Bussone, presidente nazionale.  «La montagna italiana è divenuta luogo dove vivere, lavorare, fare impresa e  innovare. Non è uno spazio dal quale scappare come è stato per moltissimi anni. Alpi e Appennini sono al centro di nuove politiche pubbliche, nazionali e regionali, che contribuiamo a generare con umiltà e oltre ogni ideologia, oltre ogni divisione politica», prosegue Bussone.

Uncem ha presentato il dossier sul ruolo della montagna nella programmazione europea 2021-2027 1
Il presidente dell’Uncem Piemonte Roberto Colombero.

Uncem lavora con Governo, Parlamento e Regioni. Favorisce il lavoro insieme tra Comuni ed evidenzia il ruolo imprescindibile dei sindaci.  Al centro dell’azione di Uncem, ieri come oggi, ci sono le comunità. Camminare insieme, non a caso, sarà il tema dell’assemblea nazionale Uncem che si terrà a Roma, il 13 dicembre. Conclude il presidente Bussone: «Dopo 70 anni di storia sarebbe limitativo ricondurre tutto a questioni sindacali, richieste e istanze. Certo, ci sono, ma prima di tutto viene la capacità degli amministratori locali di creare coesione e senso di appartenenza tra le comunità di più paesi di una valle. Sentire attraverso i Comuni lo Stato vicino, essere paesi che fanno il Paese. È un dato istituzionale e politico, che non possiamo e vogliamo tenere per un compleanno. La montagna non si isola, è in dialogo con le città e le aree urbane. Stringe patti e sinergie, dialoga e promuove interazioni. È viva».

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