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Per Nicola Drocco prima vittoria da coach!

Per Nicola Drocco prima vittoria da coach!
Nicola Drocco (a destra) con la Nazionale di skeleton

SKELETON A quasi tredici anni dalla partecipazione alle Olimpiadi di Vancouver (era il 19 febbraio 2010) Nicola Drocco ha ottenuto giovedì scorso, a Sigulda, in Lettonia, la prima vittoria come allenatore della Nazionale. A far cantare al tecnico albese l’inno di Mameli di fronte al podio è stato il ventitreenne vercellese Amedeo Bagnis, che il giorno successivo si è ripetuto, imponendosi anche in gara-2.

Il bilancio azzurro nella trasferta di Coppa Europa è stato impreziosito dal terzo posto della verbanese Alessia Crippa in gara-1 e dal quarto in gara-2. L’Italia di coach Drocco ha piazzato anche due volte Pietro Drovanti nella top ten: nono nella prima competizione e ottavo nella seconda.

Nicola, primo albese a partecipare ai Giochi olimpici, è entrato nel giro azzurro dalla scorsa stagione. A coinvolgerlo è stato il direttore tecnico della Nazionale Maurizio Oioli, olimpionico a Torino 2006 e a Sochi 2014 e grande rivale di Drocco nel 2010, quando c’era da giocarsi l’unico posto disponibile ai Giochi di Vancouver.

Per Nicola Drocco prima vittoria da coach! 1«Siamo stati avversari a lungo, ma sempre con grande fair-play e stima reciproca», racconta Drocco, che per la federazione si occupa del reclutamento di nuovi atleti e ha il ruolo di allenatore di pista della formazione di Coppa Europa. «La prima vittoria da allenatore è stata una grande emozione», commenta Nicola, che tornerà a seguire gli azzurri in gara all’inizio di febbraio a Innsbruck.

Drocco si sofferma sulla profonda trasformazione vissuta dallo skeleton negli ultimi anni. «Rispetto a quando gareggiavo è quasi un altro sport. Si è evoluto molto, sono migliorati i materiali e ci sono più giovani che lo praticano. Oggi non c’è soltanto la capacità di discesa. Abbiamo tecnici preparati che allenano la spinta e la squadra conta sull’apporto di nutrizionisti. Quando gareggiavo io questa trasformazione stava appena iniziando».

Negli ultimi anni dallo skeleton sono arrivati risultati importanti, che hanno spinto la Fisi a investire di più sulla disciplina per ampliare la base. Oggi l’età media degli atleti si è abbassata. Drocco ha scoperto lo skeleton attorno ai 25 anni, dopo aver praticato atletica. Oggi allena ragazzi di 17-18 anni.

«Frequentare atleti di alto livello è una palestra importante anche per la mia attività di mental coach», sottolinea Drocco, il cui prossimo obiettivo si chiama Milano-Cortina 2026, la seconda Olimpiade, questa volta nel ruolo di allenatore.

Corrado Olocco

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