INIZIATIVA A distanza di più di quarant’anni da “Vinincontri”, che molti ricordano come l’iniziativa fieristica che fece debuttare in bello stile i vini piemontesi a Torino, la città sabauda si prepara a celebrare un nuovo Salone del vino tra il 4 e il 6 marzo. La notizia è giunta un po’ inaspettata, anche perché nei decenni trascorsi tra “Vinincontri” e oggi c’erano stati altri tentativi di dare vita a eventi del genere, ma uno dopo l’altro erano poco per volta evaporati senza lasciare traccia.
Stavolta l’idea sembra muoversi su criteri e obiettivi concreti, senza la volontà di bruciare le tappe o mettere insieme in un colpo solo tutti i vini del mondo. L’attuale proposta è indirizzata verso l’esclusivo coinvolgimento dei vini piemontesi, nel tentativo di favorire il dialogo tra il capoluogo e la grande offerta enologica subalpina che, ricordiamo, va dalle colline pedemontane del Nord alla provincia di Torino fino ai grandi areali di Langhe, Roero e Monferrato.
D’altro canto, sulla città di Torino negli ultimi tempi sono confluite varie iniziative di consorzi di tutela piemontesi, a cominciare dai due albesi (Barolo Barbaresco e Roero) che hanno ripetuto l’esperienza di Grandi Langhe alle Officine grandi riparazioni, per passare ancora al consorzio Roero che ha riportato i Roero days presso la Reggia di Venaria. Senza dimenticare il sodalizio dell’Alta Langa e l’associazione del Nizza Docg, che hanno lavorato molto in città.
La rassegna è promossa dall’associazione Klug, che l’anno scorso ha organizzato la Torino wine week. Nella propria presentazione promette di sperimentare «idee inattese». Nel caso della tre giorni vinicola sotto la Mole antonelliana, l’idea è quella di creare una rassegna diffusa, distribuita su quattro luoghi di prestigio, tra cui tre palazzi storici del centro, all’interno dei quali proporre degustazioni e incontri tra produttori, addetti ai lavori e appassionati. Il sabato e la domenica gli accessi saranno dedicati ai consumatori finali, mentre lunedì 6 marzo il Salone sarà riservato soltanto agli operatori economici.
Non finisce qui: nelle intenzioni degli organizzatori la nuova manifestazione dovrebbe coinvolgere l’intero mondo dell’enogastronomia. Da martedì 28 febbraio fino alla conclusione del Salone sono in programma più di cento iniziative in cui, oltre ai produttori, saranno protagonisti i ristoranti di livello, le piole e le enoteche, oltre ad artisti e scrittori, con una proposta che varierà tra seminari, cene, degustazioni e spettacoli.
Il Salone del vino torinese si sta accreditando nel cartellone del capoluogo e ha trovato l’appoggio sia del Comune sia della Camera di commercio con la collaborazione dell’albese Go Wine, di Gambero rosso e della sezione di Torino della federazione sommelier (Fiar).
Questo è a grandi linee il progetto. L’augurio è che si passi dalle parole ai fatti. Lo merita Torino, come lo meritano i vini piemontesi.
Giancarlo Montaldo