ALBA Nel Consiglio comunale in corso dalle 17 di oggi, martedì 28 febbraio, il sindaco Carlo Bo non ha risparmiato qualche stoccata alla proprietà di Egea, la multiutility albese da 1800 dipendenti sulla quale da mesi si rincorrono voci di crisi, a causa di una mancanza di liquidità sempre più difficile da affrontare.
In occasione del Consiglio, a presentare un’interrogazione sul tema è stato il rappresentante del Pd Gigi Garassino, con l’intento di avere dall’amministrazione un primo quadro della situazione, in attesa della terza commissione consigliare convocata per giovedì sera, quando saranno proprio i vertici di Egea a fare il punto.
È stato il primo cittadino, pochi minuti fa, a rispondere all’interrogazione: «Prima di tutto, parliamo della seconda azienda più importante del nostro territorio e senza dubbio di una delle più importanti nella provincia. Alla luce delle voci in questione, è pertanto legittimo che ci sia preoccupazione», ha esordito. Bo è poi entrato nel merito del problema: «Tutti sanno che il 2021 ha portato con sé molte difficoltà per il ramo energetico, che hanno avuto ripercussioni soprattutto sulle aziende più piccole, generando una crisi di liquidità. È stato così anche per Egea, che in un primo momento ha cercato di risolvere la situazione con alcune operazioni finanziarie: se queste ultime da un lato hanno permesso di tamponare il problema nell’immediato , dall’altro hanno inciso negativamente sui conti della società».
Tradotto, fuori dal gergo economico, la questione è che i prestiti vanno restituiti, con tassi d’interesse che nel frattempo hanno subito un’impennata non da poco.
«Dal momento che bisogna fare valutazioni sul medio-lungo termine, credo che la soluzione più idonea sia l’inserimento di capitale non a debito, grazie a una solida partnership. A mio avviso, sarebbe l’unica soluzione efficace per mantenere i livelli dell’azienda, prima di tutto in termini di qualità, così da non rinunciare agli investimenti».
Per Alba, la partita è particolarmente importante, visto che il Comune detiene il 6 per cento delle quote. Se si contano anche gli altri soci pubblici, si arriva a circa l’8 per cento. La parte restante è in mano alla famiglia Carini, che detiene circa il 60 per cento della proprietà, con ulteriori quote divise tra un centinaio di aziende private.
«Oltre al fatto che sul nostro territorio Egea gestisce servizi importanti e offre lavoro a molte persone, dobbiamo pensare anche alla nostra partecipazione come ente comunale. Se da un lato questa natura pubblico-privata è da sempre la forza dell’azienda, dall’altro lato implica obblighi verso il nostro Comune. Anche perché il nome di Alba è un brand che apre molte porte: se Egea è cresciuta così tanto, credo sia stato fondamentale anche il fatto di essere nata proprio nella nostra città».
Ha concluso Bo: «Per questo, la proprietà è chiamata a prendere decisioni, una prerogativa che spetta ai capitani di industria, in momenti come questo. Mi auguro che questo accada al più presto, dopo gli opportuni confronti con gli organi competenti: non prendere decisioni è sempre la decisione sbagliata».
Francesca Pinaffo