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Abbiamo una grande scultura nel tempio albese San Paolo, ma non la valorizziamo

Abbiamo una grande scultura nel tempio albese San Paolo, ma non la valorizziamo
La gloria di san Paolo, scultura in marmo di Carrara, di Virgilio Audagna

LETTERA AL GIORNALE Caro direttore, nei tradizionali “solchi” in via Maestra capita, ad habitué e non, di sentire prima o poi la frase tipica: «Alba privilegiata dal turismo, leader della gastronomia e del grande vino, è purtroppo carente per quanto riguarda le opere d’arte». I turisti dopo aver saziato lo stomaco finiscono i loro tour andando a saziarsi gli occhi nelle celebri città d’arte italiane.

Abbiamo una grande scultura nel tempio albese San Paolo, ma non la valorizziamo
La gloria di san Paolo, scultura in marmo di Carrara, di Virgilio Audagna

Per campanilismo vorrei rimediare a questa, peraltro verosimile, diceria. Faccio riferimento al grandioso monumento Gloria di san Paolo, che sarebbe degnissimo e molto ammirato anche nelle più belle chiese di Roma e Firenze. Sconosciuto a molti albesi e a tutti i turisti, si trova ad Alba nel grande tempio di San Paolo in pieno centro. L’ho scoperto tardi, quando la suddetta chiesa ha riaperto dopo il lockdown.

Adesso la frequento un po’ di più e di cuore invito i lettori di Gazzetta d’Alba e l’ente Turismo a trovare il tempo per una visita nel peraltro accoglientissimo santuario per apprezzare la nostra grande opera d’arte, a proposito della quale ho trovato informazioni anche nel centro studi Fenoglio che cercherò di riassumere. Gloria di san Paolo è l’opera più imponente del tempio omonimo, la scultura è posta sull’altare maggiore ed è stata definita dagli esperti come la più colossale opera statuaria del Novecento. Alta otto metri e larga quattro, tutta in marmo bianco di Carrara, fu realizzata da Virgilio Audagna nel 1942. La figura dell’apostolo Paolo, in primo piano, domina sugli altri personaggi; è in piedi su una nuvola e solleva la mano destra verso l’alto puntando l’indice su Cristo circondato da un nugolo di angioletti. Gesù ha uno sguardo sereno contrariamente a san Paolo accigliato. In alto a destra, un angelo mostra lo stemma della Famiglia paolina.

In basso sono raffigurati sei personaggi: san Crisostomo, san Luca, santa Tecla (l’unica immagine femminile), monsignor Francesco Re vescovo di Alba, don Alberione fondatore della Società San Paolo e san Timoteo. Ai piedi di san Paolo vi sono due putti, uno armato di spada e l’altro con un libro.

Lo scultore, nato nel 1903 a Cannes, frequentò l’Accademia Albertina a Torino dove aprì uno studio prestigioso. Le sue opere sono state premiate ovunque e sono esposte in tutto il mondo. È scomparso nel 1995.

 Mario Viberti, Alba

 

Caro Viberti, grazie per la testimonianza. È vero, l’opera di Audagna stupisce per bellezza e grandezza. A noi Paolini richiama quel piccolo prete ai piedi dell’Apostolo, che a inizio del ‘900 intuì la necessità di fare qualcosa per il nuovo secolo, fondando la Famiglia paolina ispirata all’attività missionaria di san Paolo: un nuovo apostolato per la Chiesa e un motivo di lustro mondiale per Alba. Nelle intenzioni dell’Alberione, il tempio doveva essere il santuario dei giornalisti. Non a caso vi è seppellito uno dei primi giornalisti diventato beato: il narzolese Timoteo Giaccardo.

g.t.

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