Il Mudet aprirà quest’autunno durante la Fiera

Il Mudet aprirà quest’autunno durante la Fiera
Il cortile della Maddalena © Marcato

ALBA «Il Museo del tartufo sarà pronto a ottobre e l’inaugurazione costituirà uno degli appuntamenti speciali della Fiera»: parla l’assessore al turismo Emanuele Bolla, dopo il sopralluogo di martedì 14 marzo, con la prima commissione consiliare, nel cortile della Maddalena, sede del Mudet.

Accompagnato dagli architetti Simone Braschi e Lorenzo Fantino, membri assieme a Nadia Piton, Chiara Finizza e Francesca Cosentino dello studio ravennate Asarchitects di Antonello Stella, vincitore del concorso per la progettazione, gli amministratori hanno potuto simulare il percorso di visita.

I locali, disposti su due piani (circa 1.200 metri quadrati per la parte superiore e 160 per i locali al pian terreno), occupano la manica settentrionale del complesso della Maddalena: l’accesso è vicino al varco tra il cortile e piazzetta Falcone e Borsellino, laddove un tempo c’erano la media Macrino e il liceo Pinot Gallizio. Spiega Braschi: «Prima di pensare all’allestimento, siamo partiti da quanto già esisteva, cioè un complesso di grande valore. Su alcuni dettagli non si poteva cedere, volevamo un edificio recuperato, pulito, elegante e semplice. Raccontare il tartufo è qualcosa di difficilissimo, abbiamo l’ambizione di creare un allestimento valido sia per chi conosce la materia sia per i neofiti. Soprattutto, dovremo parlare di un prodotto che, per gran parte dell’anno, non c’è: il museo, infatti, lavorerà sempre».

Al piano terra, l’accesso sarà completamente automatizzato, «anche per non gravare sulle casse comunali», specifica Bolla. Si potrà usare l’ascensore o salire lo scalone a piedi. Arrivati in cima, i visitatori entreranno alla loro destra. Nella prima sala l’ambientazione sarà notturna, con riti e miti legati alla cerca. Successivamente si entrerà nel lungo corridoio che si affaccia sul cortile, corredato da pannelli e installazioni multimediali. Si inizierà parlando di piante, per poi passare al territorio: una mappa di Alba si aprirà e mostrerà le Langhe, il Piemonte e il globo, per far conoscere i diversi tipi di tartufo esistenti. Saranno poi presenti una parte dedicata al genoma e una alla diffusione e alla cultura del tartufo nelle varie zone del mondo: il tutto partendo dalla Fiera albese.

Obiettivo complicato è far sì che il museo non diventi obsoleto in poco tempo: la parte multimediale aiuterà in questo compito. Per esempio, su uno schermo scorreranno i manifesti delle edizioni della rassegna, da aggiornare di anno in anno. Contenuti audio simuleranno i suoni peculiari del mondo della trifola, come il calpestio delle foglie. Più indipendente è la parte legata all’analisi sensoriale, per i laboratori nel periodo della Fiera e le attività per le scuole. La sezione riservata alla cucina presenterà alcuni video con testimonianze di grandi cuochi. Infine, sarà trattato il tema relativo alle stimolazioni cerebrali indotte dal tuber magnatum Pico.

Costi lievitati di 500mila euro per il Comune

Una mano a chi organizza eventi: Alba prepara 100mila euro
Emanuele Bolla

Positive le impressioni degli amministratori, durante il sopralluogo nella sede del Mudet (si veda sopra), anche se non sono mancate le osservazioni sull’impatto del multimediale. Per Mario Sandri «occorreva evitare di ripetere quanto fatto al Museo del vino a Barolo, dove le installazioni digitali sono persino eccessive. Non releghiamo la storia in una teca, continuiamola nei boschi. Ben venga l’allestimento alla Maddalena: speriamo possa diventare, oltre alla casa del tartufo, anche la casa del vino».

Ha commentato Emanuele Bolla: «Quanto esposto al Mudet è stato scientificamente validato dal Centro nazionale studi tartufo; l’ente Fiera è stato coinvolto nella parte folcloristica e culturale. Il percorso di visita sarà circolare e permetterà di usufruire facilmente del servizio guardaroba, posto al piano terra». Prima dell’uscita ci saranno una caffetteria e un negozio dedicato alla vendita di libri e oggetti ricordo, «elementi che non possono mancare in una moderna concezione museale. Prossimamente uscirà un bando del Comune per l’affidamento del servizio».

Un primo studio di fattibilità per progettare il Mudet era stato indetto nel 2018 dall’Amministrazione Marello. In seguito, continua l’assessore, «con l’attuale Giunta sono state stanziate le risorse, che includono 1,2 milioni della Regione e 1,3 milioni provenienti dalle casse comunali. Per il nostro ente la spesa è aumentata di 500mila euro rispetto alle previsioni iniziali. Alla somma, poi, vanno aggiunti altri 200mila euro, necessari per il rifacimento del tetto della manica settentrionale, intervento complementare al museo. Il progetto del Mudet, di fatto, è iniziato con noi, che già dai banchi dell’opposizione spingevamo in questo senso. A tal proposito voglio ringraziare l’ex sindaco di Montà Silvano Valsania, il quale per primo ebbe l’idea di coinvolgere i due centri».

Una parte dell’allestimento, infatti, sarà a Montà. Per quanto riguarda la sezione roerina, l’architetto Lorenzo Fantino ha spiegato: «I due spazi sono volutamente diversi, per far sì che i visitatori si rechino in entrambi, anche con un unico biglietto. Ma, seppur in breve, quanto presente nell’uno lo si ritroverà anche nell’altro. La sede albese sarà più istituzionale, incentrata sulla cultura fieristica e il mercato del tartufo. Quella montatese sarà dedicata alla cerca e al rapporto tra uomo e cane». Anche la struttura è nettamente diversa: mentre ad Alba il Mudet sarà in un edificio storico, a Montà sarà recuperata una sala degli anni Settanta.

Prosegue Fantino: «Nel Roero useremo uno spazio ipogeo, un piccolo edificio farà da ingresso alla parte nel sottosuolo. Da una sala introduttiva si passerà a uno spazio immersivo per simulare il rapporto con il cane: un’esperienza forte. Si parlerà anche di miti legati alla Luna e al mondo notturno. Con il virtuale non si possono riprodurre certi concetti, così, durante la stagione propizia, saranno abbinate esperienze di ricerca nel bosco». Questa sede «non sarà aperta nel 2023, i lavori da fare sono ancora molti».  

Davide Barile

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