Il racconto di Alberto Marenco, cuoco tra i terremotati in Turchia

Il racconto di Alberto Marenco, cuoco tra i terremotati in Turchia 1

CASTELLETTO UZZONE «Mi chiedessero di ripartire, lo farei subito. Quando sei là, un pizzico di paura c’è, pensando alle scosse di terremoto, ma lavorando, tutto passa». Alberto Marenco ha 51 anni, vive da sempre nel piccolo paese della valle Uzzone ed è capogruppo della Protezione civile di Cortemilia e valli. Per dieci giorni, dal 24 febbraio al 5 marzo, ha lavorato ad Antiochia nelle cucine dell’ospedale da campo Etm2 della Regione Piemonte che il governo italiano ha donato alla Turchia.

Il racconto di Alberto Marenco, cuoco tra i terremotati in Turchia

«Cucinare per me è una passione e lo faccio da sempre, nelle occasioni promosse dalla Protezione civile, dal gruppo degli Alpini o per la Pro loco del mio paese», spiega Marenco, che non ha mancato l’occasione di rendersi utile, questa volta, per una popolazione colpita da un evento sismico tra i più devastanti dei tempi recenti, causando quasi 50mila vittime e più di 100mila feriti solo in Turchia.

Aggiunge Marenco: «Il viaggio mi ha lasciato letteralmente senza parole, perché lungo il percorso ho incontrato solo distruzioni. Ho visto piccoli accampamenti improvvisati dove c’era povera gente raccolta intorno a un fuoco per superare le temperature rigide della sera e persone che recuperavano mobili di legno dalle macerie per alimentare questi focolai. L’odore acre e quell’alone misto di fumo e polvere che avvolge tutto non sarà facile da dimenticare, come non è stato semplice, tornato a casa, adattarsi alla quotidianità, perché un pezzo di cuore è rimasto tra le tende dell’ospedale, con un bagaglio di esperienze e nuove consapevolezze che mi accompagneranno per sempre».

Fabio Gallina

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