Un regno dove si semina senza neanche raccogliere

«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate il Signore della messe, perché mandi operai»

PENSIERO PER DOMENICA – XI TEMPO ORDINARIO – 18 GIUGNO

La ripresa del Tempo ordinario nell’anno liturgico è segnata dalle parole di Gesù con cui si apre il Vangelo dell’XI domenica (Mt 9,36-10,8): «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate il Signore della messe, perché mandi operai». Parole che spesso sono ridotte all’invito a pregare per le vocazioni sacerdotali e religiose, la cui carenza appare l’emergenza del momento. In realtà l’orizzonte delle parole di Gesù, e delle letture di questa domenica, è molto più ampio. E anche più consolante.

Un regno dove si semina senza neanche raccogliere
Gesù e gli apostoli nel campo di grano, miniatura tratta dalla Bibbia istoriata di Guyart des Moulins,XV secolo, Bruxelles, Biblioteca reale del Belgio. Nel Vangelo Gesù invita a pregare perché il Padre mandi operai alla sua messe.

Gesù vede il mondo con uno sguardo più ottimistico di quanto sembri. Non vede davanti a sé un terreno incolto, ma campi da mietere. Egli chiede ai suoi discepoli, e quindi anche a noi, di fare altrettanto: ci esorta a considerare che, se ci sono dei campi da mietere, significa che qualcuno, prima di noi ha seminato. Nel linguaggio evangelico, guardare il mondo con l’occhio di Gesù significa scoprire che «il regno di Dio è vicino», anche tra le «pecore perdute della casa di Israele». Paradossalmente, l’avventura degli apostoli, chiamati a seguire Gesù, comincia non con la semina, ma con la mietitura. Il primo passo di chi si pone alla sequela di Gesù è imparare a individuare e raccogliere il bene intorno a sé. Solo dopo potrà seminare a sua volta.

La semina da parte di Dio è cominciata molto tempo fa. Ce lo ricorda la prima lettura, che ci riporta all’Esodo (19,2-6), al momento in cui Dio, dopo aver liberato il popolo dall’Egitto, gli dona una Legge, una identità. In quel momento, Dio ha fatto di questi ex schiavi un popolo, il suo popolo, una “nazione santa”. La stessa cosa è avvenuta con il gruppo dei Dodici: persone semisconosciute che sono diventate protagoniste della storia!

Nel regno di Dio si lavora gratis. Ciò che Gesù aveva ordinato ai Dodici – «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» – viene ripreso e motivato teologicamente da Paolo (Rom 5,6-11): «Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi». Non è mai stato facile entrare in questo ordine di idee; lo è ancor di meno oggi, in un momento storico in cui l’economia vorrebbe avere il controllo del mondo. Nella logica del regno di Dio, chi semina – un genitore, un prete, un catechista – non è detto che sia lui a raccogliere i frutti. Ma seminare è comunque bello e doveroso.

Lidia e Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba