Stop ai diesel euro 5. Il Piemonte lo decise nel 2021 per evitare le sanzioni europee

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AMBIENTE Non è un fatto nuovo ma una decisione presa nel 2021 quando l’Europa impose di applicare misure antismog più stringenti ma lo stop ai diesel fino all’Euro 5 nelle principali città a partire dal 15 settembre sta animando il dibattito.

Le cause del blocco dei Diesel euro5

A seguito della procedura di infrazione aperta dalla Commissione Ue verso il nostro Paese, l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti.

Per questo è stato chiesto alle Regioni del bacino padano di anticipare le misure che erano già state stabilite per il 2025, come il blocco dei motori diesel Euro 5. La Lombardia ha già iniziato lo scorso anno con Milano, mentre in Piemonte lo stop è previsto dal prossimo 15 settembre fino al 15 aprile 2024 in 76 Comuni del Piemonte (elenco dei comuni: https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2021-09/allegato_1_elenco_comuni_limitazioni_traffico.pdf).

  • In tutti i Comuni non soggetti al blocco i diesel euro 5 possono continuare a circolare.
  • Il blocco non riguarda invece i veicoli Euro5 benzina.

Tra le principali misure messe in campo dalla Regione per aiutare famiglie e imprese in particolare l’installazione del “Move-in” consente un uso consapevole del proprio veicolo permettendo ai Diesel Euro 5 di percorrere fino a 9 mila km all’anno per i veicoli privati e 11 mila per i veicoli commerciali anche nei comuni soggetti alle limitazioni (per approfondire il servizio Move-in https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/move-monitoraggio-dei-veicoli-inquinanti).

Il Piemonte è una delle regioni più penalizzate

La naturale conformazione del territorio, chiuso tra le montagne, rende più difficile la circolazione dell’aria e la dispersione degli inquinanti, imponendo da parte dell’Europa misure più rigide per abbassare il livello delle emissioni, dal momento che il Piemonte registra un numero di sforamenti più alto rispetto ad altri territori.

Le procedure europee di infrazione sull’inquinamento nella Pianura Padana nel 2021 costrinsero ad anticipare i tempi. Insomma l’Italia, secondo Bruxelles, non ha fatto abbastanza per ridurre i livelli troppo elevati di Pm10. Da qui l’iniziativa assunta dalla Regione Piemonte: «La procedura di infrazione dell’Europa ci impone misure molto pesanti che siamo costretti ad attuare. Sono decisioni, però, che gravano fortemente sulle spalle di famiglie e imprese in un momento storico già estremamente difficile», hanno spiegato il presidente Cirio e l’assessore Marnati, annunciando la messa in campo di «un piano di azioni per aiutare i cittadini ad affrontare le conseguenze della normativa» e l’avvio di «una interlocuzione con Bruxelles». La giunta piemontese ha giudicato poi «fondamentale» il «supporto del governo in questo percorso».

Supporto che adesso arriva anche dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che ha chiesto ai tecnici del ministero una rosa di possibili strade da percorrere per fermare o rimandare la misura. Allo studio potrebbe esserci un intervento valido anche per altre città o Regioni oppure più provvedimenti ad hoc. Un divieto, commentano all’unisono Mit e Mase, che rischia di creare enormi difficoltà a migliaia di famiglie e lavoratori.

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