Incendio di Monticello, Davide aveva 36 anni e tre figli. Stava tentando di salvare il suo negozio

Arrestata una donna sospettata di aver appiccato il fuoco per non pagare la merce. Episodio simile è avvenuto a Canelli

Una vittima nell'incendio nella zona industriale di Monticello d'Alba

MONTICELLO Viveva in Italia da una quindicina di anni l’uomo di 36 anni, di origine cinese, morto nel rogo avvenuto nel bazar che gestiva con la moglie a Monticello mentre i loro tre figli erano in Cina.

L’incendio era divampato verso le 17 martedì 19 settembre, ma soltanto a fiamme del tutto spente, verso mezzanotte, i Vigili del fuoco avevano potuto scoprire il cadavere e la moglie era finita in ospedale a Verduno, proprio per l’intossicazione conseguente all’incendio. Pare che fosse rientrato con un estintore per cercare di contenere il rogo, forse temendo che qualcuno fosse rimasto nei locali ormai invasi dal fumo.

La notizia della morte dell’uomo era stata diffusa soltanto due giorni dopo, il giovedì, mentre sabato è trapelato che è stato eseguito un arresto: una donna di origini bulgare, già nota per altre occasioni in cui avrebbe appiccato il fuoco in negozi per uscire indisturbata senza pagare la merce.

L’uomo morto nel proprio negozio per cercare di salvare moglie e documenti dal fuoco viveva a Santa Vittoria d’Alba: in paese tutti lo conoscevano come Davide, un nome scelto per comunicare più facilmente con gli italiani del paese. La moglie lo aiutava a mandare avanti il negozio, mentre i loro tre figli piccoli vivono con dei parenti in Cina.

«I bambini tornavano qui ogni estate, con i suoceri o i genitori di Davide. Lui aveva anche provato a inserirli a scuola, ma non si erano ambientati» racconta Bruno Busso, il proprietario dell’alloggio che la coppia affittava.

Davide viveva in Italia già da una quindicina d’anni: «Una bravissima persona, corretta, onesta e simpatica. Spero che l’azienda vada avanti, perché le notizie non sono incoraggianti» aggiunge Busso, riferendosi ai danni dell’incendio e alle conseguenze sulla vita di questa famiglia.

Sui gruppi Facebook di Santa Vittoria e Monticello in molti dedicano un ricordo ai due commercianti, definiti «gentili, molto discreti e grandi lavoratori»: «È un grave lutto anche per la nostra comunità» dice una signora.

L’arrestata, di cui al momento non sono state fornite informazioni complete, risulta una donna bulgara residente nell’area di Canelli, in provincia di Asti, dove già il 14 settembre si era verificato un episodio analogo. Ad andare in fiamme era stato un magazzino di scarpe nel centro commerciale Il Castello, ma nessuno ne aveva subito le conseguenze.

Sono dunque i carabinieri di Canelli a procedere con la Procura di Asti, da cui potrebbero arrivare ulteriori informazioni già nei prossimi giorni.

L’espediente della donna, che secondo l’ipotesi degli investigatori veniva usato per non pagare la merce desiderata, nel caso di Monticello ha causato un morto. L’omicidio come conseguenza di altro reato potrebbe dunque esser l’accusa di cui rispondere per i fatti avvenuti nel bazar di articoli per la casa e prodotti per l’igiene lungo la strada statale 231 a Monticello d’Alba, l’Ipershop express.

Ansa

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