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L’export cuneese cresce del 4,4% e calano le importazioni: nel 2023 le esportazioni si avvicinano agli 11 miliardi di euro

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EXPORT Nel 2023 il valore delle esportazioni cuneesi di merci ha ampiamente superato i 10 miliardi e mezzo di euro con una crescita del 4,4% rispetto al 2022 quando il volume delle esportazioni raggiunse 10 miliardi 230 milioni di euro. Siamo cresciuti meno del Piemonte, che ha fatto registrare un +9,1%, ma di più rispetto al Paese che ha registrato un volume delle esportazioni uguale al 2022.

La provincia di Cuneo rappresenta il 16,5% delle vendite regionali e l’1,7% di quelle nazionali all’estero. Rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia, la variazione dell’export si attesta a +26,3%.

Nel 2023 l’export nazionale risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,8%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,7), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-1,0%) e il Centro (-3,4) e una netta contrazione per le Isole (-21,0%).

Nel complesso del 2023 le regioni più dinamiche all’export sono Campania (+28,9%), Molise (+21,1%), Calabria (+20,9%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+9,1%), Toscana (5,6%) e Basilicata (+5,5%); quelle che registrano le flessioni più ampie sono invece Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,1%), Friuli Venezia Giulia (-13,7%) e Lazio (-11,0%).

Tornando alla provincia di Cuneo e prendendo in esame le singole performance si osservano risultati positivi in tutti i trimestri del 2023 a esclusione del terzo (rispettivamente +11,4% nel primo; +4,3% nel secondo; -1,7% nel terzo e +4,2% nel quarto).

Per ciò che concerne le importazioni di merci il valore è stato pari a 5,7 miliardi di euro, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3,5%). Questo trend risulta in controtendenza rispetto all’andamento regionale (+8,5%), mentre a livello nazionale la variazione è del -10,4%.

Il saldo della bilancia commerciale per la provincia di Cuneo fa segnare la cifra record di 5 miliardi di euro, frutto della crescita delle esportazioni e del contemporaneo calo delle importazioni.

«La serie storica riferita al periodo che va dal 2016 al 2023 fotografa una crescita continua delle esportazioni frenata soltanto nel 2020 dalla fase più critica della pandemia – afferma il Presidente Mauro Gola. Nel corso di questi anni il nostro sistema imprenditoriale ha dimostrato di saper affrontare con successo le mutevoli esigenze dei mercati internazionali, facendo crescere del 53,3% il valore delle esportazioni che sono passate da 6,96 a 10,67 miliardi di euro».

L’export cuneese cresce del 4,4% e calano le importazioni: nel 2023 le esportazioni si avvicinano agli 11 miliardi di euro«Le nostre esportazioni continuano a crescere e si avvicinano agli 11 miliardi di euro migliorando il dato record dello scorso anno e il contemporaneo calo delle importazioni ci regala un saldo della bilancia commerciale straordinariamente positivo» – afferma il Presidente Mauro Gola – «Malgrado il cronico gap infrastrutturale del Cuneese le nostre imprese continuano a dimostrare una capacità fuori dal comune nell’intercettare la domanda internazionale e tutto ciò ha un impatto molto positivo sulla nostra economia perché le aziende che esportano registrano mediamente risultati più performanti in termini di crescita, competitività, innovazione e redditività».

La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel 2023 è il risultato di andamenti disomogenei nei vari settori di specializzazione.

Il comparto manifatturiero, che spiega il 95,5% dell’export cuneese, registra un aumento del 4,1%; i prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, con una quota del 3,8%, registrano un +3,6% mentre quelli dell’estrazione di minerali da cave e miniere con una quota dello 0,1% riportano un -17,5%.

Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 35,5% ed è il settore trainante dell’export manifatturiero, cresce del +1,3%, sebbene la performance migliore sia stata registrata dagli articoli in gomma e materie plastiche (+16,1%), seguita da apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+10,6%), da quella dei macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,2%), dai mezzi di trasporto (+4,5%) e da chimica e farmaceutica (+2,2%).

Gli articoli in legno (-10,6%) e i metalli di base e prodotti di metalli (-9,1%) sono quelli che hanno sofferto maggiormente.

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(*) L’Accordo di recesso del Regno Unito dalla UE è entrato in vigore il 1° febbraio 2020.

A partire da tale data, il Regno Unito è diventato uno Stato terzo. Le serie storiche per le due nuove aree Ue-27 ed extra Ue-27 sono state ricostruite per rendere coerenti i confronti temporali.

 

Per quanto concerne i mercati di sbocco, il bacino dell’Ue-27 post Brexit assorbe il 63,2% delle vendite all’estero e si conferma, anche per il 2023, l’area di destinazione principale delle esportazioni cuneesi. Ai mercati situati al di fuori dell’area comunitaria è destinato il restante 36,8%. Entrambi i bacini chiudono con una variazione tendenziale positiva, rispettivamente pari al 4,7% per i mercati comunitari e del 3,7% per i restanti Paesi.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,3% e 14,2%. La Francia ha evidenziato una crescita del 2,1% mentre il mercato tedesco cresce del +4,1%. La Spagna, con una quota del 6,5%, ha registrato una variazione sorprendentemente positiva del +17,1 %, mentre la Polonia con una quota del 4,7% ha riportato un buon +9,5%.

Belgio, Paesi Bassi e Repubblica Ceca, con quote rispettivamente del 3,0%, del 2,3% e dell’1,4%, hanno riportato i risultati meno positivi rispettivamente con -4,6%, -2,0% e -4,6%. Sebbene le quote parte siano minori Romania, Austria e Grecia hanno fatto segnare +23,1%, +18,5% e 15,5%.

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,4% e il 5,4% dell’export complessivo. Gli USA hanno registrato una contrazione dello 0,8%, mentre il Regno Unito una crescita del 6,4%. Si consolidano in modo significativo le vendite verso Messico (+42,9%), Brasile (+33,2%), Arabia Saudita (+30,5%) e Australia (+23,8%). Apprezzabile la crescita delle esportazioni verso mercati importanti quali Canada con (+7,8%), Cina (+9,5%) e Turchia (+5,6%). In controtendenza la Svizzera con       -1,7%.

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