I cittadini di Alba versano 19 milioni d’imposte, quasi il sette per cento in più in un anno

L’Imu, vale a dire l’imposta municipale sugli immobili, rappresenta la voce più consistente del bilancio, con un introito sui 9 milioni. Segue la Tari, attorno ai 5 milioni

ALBA L’ultimo rendiconto presentato dall’Amministrazione albese guidata da Carlo Bo, relativo al 2023, si accompagna a un dato di fatto non certo da poco: l’uscita di Egea dai conti comunali, visto il sostanziale azzeramento del valore delle azioni in mano ai soci e quindi al Comune. Il bilancio è però anche un documento che racchiude molti altri aspetti rilevanti, dal momento che rappresenta il punto di arrivo di cinque anni di governo.

Il documento, dopo il parere positivo del Collegio dei revisori dei conti, è stato al centro del Consiglio comunale di ieri sera, lunedì 22 aprile, l’ultimo del quinquennio Bo, per l’appunto. I contenuti sono peraltro stati anticipati dalla terza Commissione consiliare riunitasi la scorsa settimana. I numeri sono un punto fermo: l’avanzo di amministrazione ammonta a 22.688.125 euro. Spiega l’assessore alle finanze Bruno Ferrero: «È un risultato molto positivo, indice della buona salute dell’ente comunale, come hanno avuto modo di certificare i revisori dei conti». In verità si tratta di un dato costante per Alba, in linea con il 2022 e il 2021.

I cittadini di Alba versano 19 milioni d’imposte, quasi il sette per cento in più in un anno

Il documento contabile rivela, poi, una serie di accantonamenti, dei quali il più rilevante è il fondo crediti, che per lo scorso anno ammonta a 12 milioni e mezzo di euro circa. Ci sono inoltre 354mila euro da parte per gli aumenti contrattuali del personale e 391mila euro circa del fondo per i rischi, derivante dalla crisi di Egea, che non va confuso con il valore patrimoniale della partecipazione. Ha spiegato in proposito Ferrero: «Dal momento che per l’azienda è in corso la procedura negoziata della crisi d’impresa e che l’ultimo bilancio approvato risale al 2021, abbiamo azzerato il valore della quota di partecipazione, mantenendo a bilancio solo i 390mila euro del costo storico: la cifra corrisponde all’effettiva perdita, accantonata dall’avanzo di amministrazione».

Completamente differente è il conto patrimoniale del Comune, al cui interno Egea aveva un peso di quasi 6 milioni di euro nel 2022: «Per semplificare al massimo la questione, questa cifra corrispondeva al valore presunto della partecipazione comunale, aumentata anno dopo anno, a partire dal 1997. In sostanza, però, come emerso nell’ultimo periodo, si trattava di una somma illusoria, che non corrispondeva alla realtà».

Per tornare all’avanzo, accantonate tutte le quote necessarie ai vari capitoli, si arriva alla parte disponibile, cioè a quella che il Comune può utilizzare per le opere: si tratta di 5 milioni e mezzo di euro circa. Il Comune di Alba, peraltro, continua a non avere debiti, un esito significativo in un Paese come il nostro.

Il fondo pluriennale vincolato (un saldo costituito da entrate accertate, destinato a garantire la copertura degli impegni imputati agli esercizi successivi) si aggira sui 10 milioni di euro.

Le entrate sono un capitolo importante: quelle tributarie e contributive ammontano a quasi 19 milioni di euro, con un incremento del 6,86 per cento rispetto alle previsioni. L’Imu, vale a dire l’imposta sugli immobili, rappresenta la voce più consistente, con un introito che si aggira sui 9 milioni. Segue la Tari, attorno ai 5 milioni, mentre superano di poco i 2 milioni di euro i trasferimenti correnti, al di sotto del 16,45 per cento rispetto alle previsioni, per effetto di interventi limitati da parte degli enti sovraordinati.

Si attestano invece sui 3 milioni di euro le entrate in conto capitale, con un -68,10 per cento rispetto a quanto previsto, «per via di alienazioni di beni che non sono state perfezionate», come ha spiegato l’assessore: il tema delle cessioni in effetti ricorre da anni, spesso inevaso nei bilanci comunali. Sul fronte delle entrate extratributarie, le previsioni sono invece state superate del 3 per cento, arrivando a quasi 9 milioni di euro, in virtù di affitti e interessi.

Le spese si avvicinano ai 37 milioni di euro, anche in questo caso al di sotto delle ipotesi, con uno scostamento di quasi il 39 per cento. Nel bilancio, sono presenti anche i circa 10 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e di resilienza, le cui opere saranno rendicontate entro il 2026. Per tornare al conto patrimoniale, il valore netto è passato da circa 128 milioni di euro del 2022 a poco più di 125 del 2023. Ferrero: «Parliamo di una diminuzione di circa 3 milioni di euro, che dipende dagli oltre 5 in meno derivanti dalla vicenda Egea, in parte compensati dalla contabilizzazione dei permessi di costruire per 1 milione e mezzo di euro e dall’utile di esercizio per poco più di uno».

Francesca Pinaffo

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