
ALBA Come tradizione consolidata, Alba ha i suoi riti e ne è giustamente fiera, l’Associazione Commercianti Albesi, “il più forte dei poteri forti attivi in città” secondo la definizione di Gianni Arboccco durante la sua militanza in Consiglio comunale nel millennio scorso, ha organizzato e mediato l’ultimo dibattito tra i candidati alla poltrona di primo cittadino. L’incontro ha avuto luogo sul palco della sala storica del Teatro Sociale dove i fedelissimi di Carlo Bo, Carlotta Boffa e Alberto Gatto hanno esaurito ogni la platea e i palchi, lassù sino al loggione.
Un confronto leale e piuttosto formale
Sono state due ore di confronto aperto, leale e – tutto sommato – piuttosto formale. Ai candidati sono state sottoposte domande ad ampio spettro sui maggiori temi della campagna elettorale: la viabilità, le grandi opere, il ruolo di Alba nel suo contesto territoriale, il rapporto tra centro e periferie, i modi dell’economia e del commercio, l’utilizzo del Cortile della Maddalena, la sanità e il futuro del San Lazzaro tra Casa della Salute e “secondo cuore del centro storico”. Molta la zuppa al fuoco e candidati piuttosto ansiosi del confronto col cronometro che scandiva, inesorabilmente, i 180 secondi concessi dal regolamento per sbrogliare matasse così complesse. Ma l’alternativa sarebbe stata fare mattina e quindi si è giustamente fatto di necessità virtù.
Una sana emozione
I candidati, tutti, hanno scelto una cadenza di parlato molto serrata e accompagnato il verbo con generosa gestualità. Segni palesi che, almeno all’inizio, il cuore batteva forte e in fretta. E questo è un bene. Chi era in cerca di grandissima biodiversità politica temo sia rimasto almeno parzialmente deluso: cosa si può dire sulla questione del traffico che assedia Alba? A cinque giorni dal voto nessuno dei tre poteva dire che ci vorrebbe un miracolo. Prima di tutto in termini di soldi.

E una generale prudenza per evitare scivoloni
L’impressione del vostro cronista, consapevole che le posizioni politiche sui temi proposti non sono così “quasi” condivise come è parso dal confronto, è quella che i tre contendenti abbiano cercato di badare al solo evitando con cura la buccia di banana che avrebbe prodotto conseguenze pesanti in termini di infortunio per elettorale. Molta prudenza dunque sul palco del sociale dove il primo comandamento è stato “primo non prenderle e poi cercare di vincere lunedì prossimo”.

Toni accesi solo su Egea e sulla cultura

A increspare l’acqua solo due cose: Carlotta Boffa di rosso vestita che, a proposito di Alba capitale della Cultura 2026, rammenta a Carlo Bo che i servizi culturali della città non sono stati presi in considerazione in sede di redazione del dossier di candidatura e uno scambio di battute tra Bo e Gatto sulla questione Egea. Alberto Gatto ha cercato il bersaglio grosso usando il crac di Egea come ariete. Bo si è difeso con ordine ma sulle difficoltà di dialogo con Iren i due candidati hanno espresso pareri diversi. Qui anche il pubblico ha inteso dire la sua… ma la calma è tornata molto rapidamente. Qualcuno, credo, sarebbe curioso di sapere chi è uscito vincitore della serata. Molto difficile dirlo.
Chi vincerà?
Utilizzando il vecchio criterio dell’applausometro, in questo caso piuttosto soggettivo, gli interventi del sindaco uscente sono parsi un pochino più numerosi. Carlotta Boffa è stata apprezzata dal pubblico per la sua vivacità anche se in alcuni frangenti ha pagato la minore navigazione nel mare della politica. Alberto Gatto si è fatto molto apprezzare per la pacatezza e la consistenza degli argomenti. Resta il rammarico, forse è un fatto personale, per quell’eloquio a 180 parole per minuto che specialmente all’inizio ha cercato più la quantità che la qualità. Ma pare che oggi, Mentana docet, bisogna fare così. Anche l’appello al voto che ha concluso la serata non ha destato sussulti. Non era importante vincere ieri. Ieri bisognava fare bella figura e credo di poter dire che nessuno ha fallito l’obiettivo.
Beppe Malò
