
ALBA Era il 4 agosto quando la palestra della scuola media Macrino, in corso Europa, apriva le porte a chi ad Alba non ha una casa: i lavoratori stranieri che, in una società di apparente benessere, si trovano condannati a vivere ai margini.
La palestra è stata allestita come dormitorio per rispondere a un’emergenza che si presenta ad ogni agosto: la chiusura del Centro di prima accoglienza della Caritas, in via Pola. L’estate, per operatori e volontari, diventa il momento per effettuare la manutenzione ordinaria.
Se lo scorso anno la situazione era esplosa, con l’occupazione della parte dello stabile assegnata all’associazione La Carovana, a luglio la nuova Amministrazione comunale ha deciso di correre ai ripari e di trovare una soluzione.
Da domani, come previsto dai piani, il dormitorio di via Pola tornerà attivo, terminando l’esperienza alla Macrino.
Gli ospiti della palestra e i tanti volontari
Ci siamo stati alla palestra, la scorsa settimana, prima della chiusura. Ha sempre aperto dopo le diciotto. Per le otto di mattina, bisognava uscire. Ha dato ospitalità, gratuitamente, a circa una trentina di uomini ogni sera, una cifra rimasta piuttosto stabile, senza dover arrivare alla capienza massima di quaranta posti preventivata all’inizio. Sono soprattutto lavoratori stranieri, volti già noti, nel campo dell’agricoltura, nell’edilizia o nell’industria.



Tanti i volontari presenti, nel complesso una settantina, come sottolinea l’assessora ai servizi sociali Donatella Croce: «L’esperienza è stata positiva, proprio grazie al contributo delle tante associazioni o singoli cittadini che hanno voluto dare una mano. Ora siamo pronti ad ampliare lo sguardo e a cercare esperienze innovative per il futuro: un dormitorio può servire per l’emergenza, ma non consente di andare oltre».
Alla Macrino, forse per la prima volta, qualcuno di loro si è sentito davvero accolto dalla comunità. Qualcuno ha anche portato le bocce, per giocare insieme all’esterno, la sera. Dopo cena, ci si fermava all’esterno per parlare. «Spero che questa bella energia non si perda», ha commentato una volontaria.
Il dormitorio di via Pola
Il Centro di prima accoglienza riaprirà da domani, con i 18 posti nel dormitorio che aveva prima della chiusura. L’obiettivo è arrivare a 28 posti, entro la fine dell’anno, una volta terminati i lavori di ristrutturazione già iniziati, che permetteranno anche di riorganizzare e ampliare la mensa.
I commenti politici

Dice il sindaco Alberto Gatto: «Quando ci siamo insediati, abbiamo voluto da subito affrontare questa questione, per evitare le tensioni dello scorso anno. Abbiamo avviato una buona sinergia con la Caritas: l’obiettivo è fare in modo che, dal prossimo anno, si eviti la chiusura di agosto. Potremo pensare di coinvolgere altre realtà per dare supporto ai volontari». Non è altrettanto entusiasta il commento dell’opposizione, che è già intervenuta sul tema durante una terza commissione di alcune settimane fa. Dice Domenico Boeri: «L’idea poteva essere buona sulla carta, ma rimangono una serie di interrogativi: perché non sono stati controllati i contratti di lavoro all’ingresso? Perché molte persone hanno continuato a dormire per strada?».
Francesca Pinaffo
