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Rovinò il noccioleto di Alberto Cirio, ora chiede scusa

Tra il governatore e l'imputato ci sarebbe una transazione in corso, gli avvocati hanno chiesto il rinvio al 12 dicembre

Nocciole: come conciliare quantità e qualità
Immagine di repertorio

IN TRIBUNALE Ha chiesto scusa al presidente della Regione Alberto Cirio per aver danneggiato oltre 2mila barbatelle appena piantate in un noccioleto a Cherasco di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero e in affitto all’azienda Le nocciole delle Langhe di proprietà del governatore.

Il responsabile si è presentato nell’udienza predibattimentale davanti alla presidente della sezione penale del Tribunale di Asti Elisabetta Chinaglia giovedì 12 settembre.

La vicenda era stata avviata con la denuncia sporta da Cirio il 13 aprile dopo le segnalazioni di alcuni operai dell’azienda agricola che avevano riscontrato i danneggiamenti alle piantine messe a dimora da appena tre settimane nel campo situato in frazione San Bartolomeo in via La Morra. In particolare le barbatelle erano state in parte tagliate e in parte sradicate ed era stato difficile quantificare l’esatto numero delle piante danneggiate, poiché in alcuni casi erano interi filari e in altri piante singole.

In seguito all’intervento sul posto dei Carabinieri e del Nucleo operativo di Cuneo era così stato avviato un procedimento penale per danneggiamento aggravato. Ora si potrebbe arrivare a una svolta, infatti, le parti si potrebbero accordare per la definizione di un risarcimento che l’uomo sarebbe disposto a rendere per i danni.

L’imputato si è presentato nelle aule del palazzo di giustizia astigiano per rispondere alle domande del Pm Stefano Conti. I suoi difensori Silvano Stroppiana e Claudia Appendino, hanno riportato in aula che ci sarebbe una transazione in corso tra le parti chiedendo un rinvio per permettere di risarcire il danno che nel frattempo il presidente ha provato a quantificare coinvolgendo un geometra specializzato in materia.

L’udienza è stata quindi rinviata al 12 dicembre. Il difensore del presidente, Roberto Ponzio, presente in aula ha commentato: «L’evento dannoso concomitante a un rilevante impegno istituzionale del presidente Cirio aveva suscitato qualche sospetto sulla natura dell’atto. Poteva essere interpretato come un possibile avvertimento. Preso atto che si tratta di un dispetto vandalico senza implicanze di natura politica si troverà un’intesa con la conseguente ricaduta processuale».

 Elisa Rossanino

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