
TORINO (PARCO DORA) Con oltre 3mila delegati, 700 espositori, 180 presidi Slow food, di cui ventotto al loro debutto, più di cinquanta etichette vinicole, 400 buyer professionisti e operatori del settore, una sessantina di punti street food e oltre mille eventi, è partita oggi, giovedì 26 settembre, la 20ª edizione di Terra madre salone del gusto, allestita al parco Dora di Torino, fino al 30 settembre nel segno di We are nature.
Per il presidente della Regione, Alberto Cirio, la manifestazione rappresenta «un momento di grande riflessione sulle politiche agricole e del cibo. Che un prodotto debba essere sano, buono e giusto è ormai una consapevolezza che sia un patrimonio culturale, anche grazie al fatto che Terra madre ha saputo parlare al mondo dei consumatori, facendo cultura. Questa è la sfida che abbiamo come istituzioni, compresa la nuova Commissione europea», ha aggiunto, soffermandosi poi sul concetto di cibo giusto, evidenziando che «sfruttamento della manodopera, non rispetto della sicurezza e della dignità umana dei lavoratori sono inaccettabili».
«Siamo in una società dove tutto passa in fretta, tutto è una moda che passa, invece il progetto Terra Madre dopo vent’anni è quanto mai attuale», ha aggiunto l’assessore regionale Paolo Bongioanni, mentre l’assessore comunale Domenico Carretta ha definito il tema dell’edizione di quest’anno «un pugno allo stomaco, che ci ricorda che il nostro mondo è malato e le scelte che compiremo nei prossimi anni saranno determinati per il futuro delle nuove generazioni».
Petrini: «Dal Papa parole di straordinario contenuto politico»
«Spesso l’agricoltura viene strumentalizzata dalla logica del profitto, diventando un mezzo per inquinare la terra, sfruttare i lavoratori e impoverire la biodiversità. Voglio manifestare tutta la mia vicinanza a quelle persone che hanno un ruolo primario nella produzione e trasformazione del cibo. Il vostro lavoro ricopre un’importanza enorme nella salvaguardia del pianeta, che in questo nostro tempo si trova in grande sofferenza. È bene avere coscienza che, nella complessità del mondo moderno, in cui crisi climatica e crisi sociale viaggiano di pari passo, difendere la biodiversità, interrompere la deforestazione, eliminare gli sprechi, e passare velocemente a risorse rinnovabili vuol dire anche perseguire la strada della Pace, vera urgenza di questo periodo storico». Lo scrive papa Francesco nella lettera inviata a Terra madre salone del gusto per la cerimonia di inaugurazione.
«Voi – scrive il pontefice – che portate avanti la coltura e la cultura del cibo nel pieno rispetto della natura, voi che arrivate da ogni parte del pianeta in rappresentanza di comunità spesso trascurate, che ben conoscete i limiti imposti dalla naturale lentezza dell’evoluzione biologica, siete spesso i primi a patire gli effetti disastrosi della crisi climatica», ossia «della siccità, della desertificazione, di fenomeni atmosferici sempre più violenti, della scarsità di risorse, ma anche dei conflitti e quindi delle migrazioni».
Rivolgendosi sempre al mondo di Terra madre, il Papa sottolinea che «rappresentate una biodiversità culturale che oggi va portata in salvo. Noi e tutti insieme – afferma -, dobbiamo essere consapevoli che attraverso il vostro lavoro e i vostri sacrifici passa molto della sorte di questo pianeta». Per questo, rileva «Terra madre assume un significato importantissimo. Il dialogo, lo scambio culturale, la condivisione e il senso di comunione che si crea in un’assise di questo tipo può disegnare nuovi scenari di speranza per l’umanità. La fratellanza universale è ciò che dobbiamo perseguire – dice -, un concetto che trascende le barriere culturali, religiose e sociali. Solo così potremo riconoscere la nostra umanità come elemento comune, abbracciando le diversità e concependole come un arricchimento, piuttosto che motivi di divisione. Il valore del cibo e una corretta educazione alimentare – conclude – possono aiutare ad andare in questa direzione».
«Le parole del Papa hanno un contenuto politico straordinario e ci fanno e faranno riflettere». A dirlo il fondatore di Slow food, Carlo Petrini, a proposito della lettera inviata per l’inaugurazione di Terra madre. «Ha una visione sistemica che pochi politici oggi hanno – aggiunge – e questo documento, perché non è solo una lettera a ma un vero documento, dovrà essere analizzato e condiviso fra noi, e anche con le realtà politiche locali, perché è una riflessione che segna l’unicità della nostra manifestazione».
Nello stand della Regione Piemonte
Oltre quaranta eventi per promuovere le eccellenze enogastronomiche locali, con un focus speciale sulla filiera corta e l’agricoltura sostenibile, competitiva e attenta alla valorizzazione del territorio e di chi vi lavora. È il calendario di eventi che fino a lunedì animeranno a Terra madre salone del gusto Area Piemonte, lo spazio della Regione e del suo sistema agroalimentare ed enogastronomico. A inaugurare lo stand il presidente Alberto Cirio, che ha evidenziato come in Piemonte, «sul prodotto buono, siamo favoriti dalla natura e dalla capacità dei nostri agricoltori, che hanno sempre capito quanto il nostro territorio possa competere nel mondo grazie alla qualità delle nostre produzioni». Anche l’assessore regionale ad agricoltura e cibo, Paolo Bongioanni, ha definito Terra madre «un’occasione fondamentale per dare spazio e promozione a quella agricoltura di qualità di cui il Piemonte è fiero custode e dobbiamo permettere ai nostri produttori di avere un giusto guadagno».
Per questo proprio da Terra madre la Regione annuncerà domani un progetto di filiera corta «che non guarda alla grande distribuzione ma che parte dal produttore e arriva al commercio di vicinato». «I flussi turistici anche quest’anno dicono che l’enogastronomia è uno dei fattori trainanti del settore – ha aggiunto l’assessore regionale al turismo, Marina Chiarelli – e la vetrina di Terra madre salone del gusto è uno dei principali motori grazie al quale tutta la filiera allarga la sua sfera di influenza portano ogni anno una dote di oltre 200 milioni di euro a beneficio delle nostre imprese grandi e piccole».
