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Apre domani (sabato 16) la mostra di Escher a palazzo Mazzetti di Asti

ASTI Per la prima volta arrivano ad Asti le geniali opere di Escher. Da sabato 16 novembre all’11 maggio, palazzo Mazzetti, in corso Alfieri 357, ospiterà una grande mostra dedicata all’artista delle geometrie e dei mondi impossibili.

Geniale e visionario, Escher è uno degli artisti del XX secolo più amati dal grande pubblico a livello mondiale, iconico non solo per gli appassionati d’arte ma anche per matematici, designer e grafici per le sue creazioni uniche in grado di coniugare l’arte con l’universo infinito dei numeri, la scienza con la natura, la realtà con l’immaginazione, generando invenzioni fantasiose e paradossi magici seppure dal forte rigore scientifico.

Nato nel 1898 a Leeuwarden, in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha sviluppato uno stile unico e inconfondibile grazie alla sua straordinaria capacità di trasportare i visitatori all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili.

Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha viaggiato e vissuto in Italia tra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.

Apre domani (sabato 16) la mostra di Escher a palazzo Mazzetti di Asti 1

Le sue opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.

Ad Asti, attraverso l’esposizione di oltre cento opere, corredate da approfondimenti didattici, video e sale immersive, viene presentato l’intero percorso artistico di Escher: dagli inizi ai viaggi in Italia e alle varie tecniche artistiche, che lo hanno impegnato per tutta la vita rendendolo unico, fino alle opere che, dagli anni ‘50, ne hanno accresciuto la popolarità, tanto da poter parlare oggi di una vera Eschermania.

La mostra presenta i lavori più noti, come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la celebre serie degli Emblemata. Nello specifico, l’esposizione si articola in otto sezioni (inizi, Italia, tassellature, metamorfosi, struttura dello spazio, paradossi geometrici, lavori su commissioni, Eschermania).

In riferimento alla terza sezione, dedicata all’Italia, l’artista olandese visita il nostro paese per la prima volta con i propri genitori nel 1921. L’anno dopo, finiti gli studi, vi ritorna, per stabilirsi poi definitivamente a Roma nel 1923. Questo soggiorno gli permette di ampliare i propri orizzonti, portandolo a collaborare con artisti come Joseph Haas Triverio. Grafico di origine svizzera, quest’ultimo lo introduce nell’ambito delle gallerie d’arte ed è suo fedele compagno nei viaggi che, ogni primavera, Escher intraprende per immortalare paesaggi e villaggi della nostra penisola.

Gira così l’Italia in lungo e in largo, visitando, in particolare, Venezia, la Toscana, l’Abruzzo, la Calabria e la Sicilia. Escher si ispira alla natura: proprio lo studio dei paesaggi in Italia, lo porta a concentrarsi sulle strutture geometriche dei panorami e degli elementi naturali. L’idillio si interrompe, però, nel 1935, quando a causa del rafforzamento del fanatismo del regime fascista, l’artista decide di trasferirsi in Svizzera.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni, telefono 0141-53.04.03; 388-16.40.915; www.museidiasti.com; info@fondazioneastimusei.it; prenotazini@fondazioneastimusei.it.

Manuela Zoccola

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